Un'analisi Raiffeisen fa il punto della situazione su Cina, India, Russia e Turchia. Notevoli ribassi dei corsi azionari nelle prime settimane dell?anno
Cina
Per quanto riguarda la Cina, l'andamento della valuta rimane uno dei temi dominanti del momento - oltre, ovviamente, al forte ribasso dei corsi sui mercati azionari cinesi. La banca centrale e il governo hanno avviato nuove misure per rendere più difficili i deflussi dei capitali verso l'estero e nelle prime settimane dell'anno nuovo questo sembra dare buoni risultati. Con un calo di circa 100 miliardi di dollari dall'inizio dell'anno, le riserve valutarie sono diminuite molto meno di quanto anticipato dal mercato (120 miliardi) e nei prossimi mesi si attendono cali nettamente più bassi.
Il governo cinese non sembra inoltre essere interessato a una massiccia svalutazione della valuta, ma semmai a un leggero e soprattutto graduale indebolimento dello yuan, cosa che in fin dei conti correggerebbe solo lievemente il forte apprezzamento degli ultimi 10 anni.
Tuttavia, è sempre più diffusa l'opinione che definisce tutto ciò soltanto un'illusione del governo di Pechino, tra cui diversi importanti gestori di hedge fund. Questi ultimi prevedono che l'enorme espansione del credito (decuplicazione negli ultimi 10 anni) prima o poi porterà inevitabilmente a elevati default. In questo modo, considerando i circa 34.000 miliardi di dollari USA di prestiti in essere, potrebbero rapidamente accumularsi svariate migliaia di miliardi di dollari in termini di fabbisogno di ricapitalizzazione.
Tutto questo si svolgerebbe quasi esclusivamente nella valuta locale, in modo tale da non aver direttamente bisogno di dollari USA. Di fronte all'enorme volume dovrebbe, però, finire sotto pressione il cambio della moneta cinese. Un tale scenario, con una svalutazione del 30% e oltre, non viene visto, tuttavia, come una completa esagerazione dal governo di Pechino.
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