Il suggerimento dell'Istituzione di Washington all'Europa è di integrare i migranti nella forza lavoro per abbassare il livello di emergenza sociale e trarne benefici economici in futuro.
Nell'area dell'euro, forti consumi privati sostenuti da una riduzione dei prezzi del petrolio e condizioni finanziarie accomodanti, compensano un indebolimento delle esportazioni nette.
La crescita in Giappone è prevista anche per il 2016, sulla base del sostegno fiscale, prezzi del petrolio più bassi, condizioni finanziarie accomodanti, e l'aumento dei redditi.
Il Fondo Monetario Internazionale conferma la velocità di accelerazione della ripresa economica italiana, che quest'anno crescerà dell'1,3% rispetto al +0,8% registrato nel 2015 per poi attestarsi a +1,2% nel 2017.
Il dato per l'anno prossimo è leggermente inferiore all'1,6% fissato dal governo.
I mercati emergenti affrontano un rallentamento della crescita
I Paesi emergenti e in via di sviluppo stanno ora affrontando una nuova realtà di minore crescita, con le forze cicliche e strutturali che stanno minando il paradigma della crescita tradizionale, come il rappresentante dell'FMI Christine Lagarde ha sottolineato in un recente discorso.
Le previsioni di crescita per la maggior parte delle economie di mercato emergenti e in via di sviluppo rivelano una ripresa più lenta di quanto precedentemente previsto.
La crescita prevede un aumento dal 4% nel 2015, il tasso più basso dalla crisi finanziaria del 2008-09 al 4,3% e 4,7% nel 2016 e 2017, rispettivamente.
Ma questi numeri complessivi non riescono a fare piena giustizia alla diversità delle situazioni nei vari Paesi.
India e alcuni Paesi emergenti dell'Asia sono punti luminosi, destinati a crescere a un ritmo sostenuto; mentre l'America Latina e i Caraibi saranno di nuovo in contrazione nel 2016, riflettendo la recessione in Brasile e lo stress economico altrove nella regione, anche se la maggior parte degli altri Paesi nella regione continuerà a crescere.
L'area Emerging Europe è destinata a crescere ad un ritmo costante, anche se con qualche rallentamento nel 2016, visto che la Russia potrebbe rimanere in recessione quest'anno.
La maggior parte dei Paesi dell'Africa sub-sahariana vedrà una graduale ripresa della crescita, ma solo con tassi che rimangono inferiori a quelli raggiunti durante lo scorso decennio.
Rischi di ribassi
Guardando al di là delle previsioni a breve termine, ci sono rischi importanti per le prospettive, che sono particolarmente importanti per i mercati emergenti e in via di sviluppo e potrebbero mettere in stallo la ripresa globale.
Tali rischi riguardano soprattutto gli aggiustamenti in atto dell'economia globale, in particolare il ribilanciamento della Cina, i prezzi delle materie prime più bassi, e le prospettive per il progressivo aumento dei tassi d'interesse negli Stati Uniti.
Tra i rischi l'FMI vede le seguenti possibilità:
a) Un rallentamento più marcato del previsto in Cina, che potrebbe portare a ricadute internazionali attraverso il commercio, prezzi delle materie prime, e fiducia in calo.
b) Un ulteriore apprezzamento del dollaro e più severe condizioni di finanziamento globale, che potrebbero sollevare le vulnerabilità nei mercati emergenti, creando possiibili effetti negativi sui bilanci aziendali e aumentando le sfide di finanziamento per quelle con elevate esposizioni in dollari.
c) Un improvviso attacco di avversione al rischio globale, indipendentemente dalla motivazione, potrebbe portare ad ulteriori svalutazioni e possibili tensioni finanziarie nelle economie vulnerabili dei mercati emergenti.
d) Una escalation delle tensioni geopolitiche in corso in una serie di regioni, che potrebbero influenzare la fiducia e perturbare il commercio mondiale, i flussi finanziari, e il turismo.
Nuovi shock economici o politici nei Paesi attualmente in difficoltà economica, potrebbero anche far deragliare la ripresa dell'attività prevista.
"Tutto sommato, c'è molta incertezza, e credo che questo contribuisca alla volatilità", ha commentato Obstfeld.
"Potremmo vedere un percorso accidentato quest'anno, in particolare nel mondo in via di sviluppo e Paesi emergenti".
Aumentare la crescita è ancora una priorità
In questo contesto globale, con il rischio di bassa crescita persistente per lungo tempo, il WEO sottolinea l'urgente necessità per i responsabili politici di aumentare la crescita reale e potenziale attraverso un mix di sostegno della domanda e delle riforme strutturali.
Le riforme strutturali, in particolare, restano critiche.
Le priorità variano, ma molte economie avanzate potrebbero trarre vantaggio dalle riforme per rafforzare la partecipazione della forza lavoro (Giappone, eurozona) e livelli occupazionali complessivi (dato l'invecchiamento della popolazione), nonché misure per affrontare eccessi di debito privato.
I politici nei mercati emergenti e in via di sviluppo hanno bisogno di riorientare l'attività verso nuove fonti di crescita.
L'aumento dell crescita sarà necessario anche a garantire la continuità della convergenza verso livelli di reddito delle economie avanzate.
Queste economie devono anche a loro volta a portare avanti le riforme strutturali per eliminare gli ostacoli infrastrutturali, favorire un ambiente di business e di innovazione dinamico, e rafforzare il capitale umano attraverso riforme dell'istruzione, del lavoro, e mercati dei prodotti.
Maurice Obstfeld, IMF Economic Counselor and Director of Research Department presenta i punti salienti del WEO:
http://www.imf.org/external/mmedia/view.aspx?vid=4707102947001
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