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06/01/2016

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Occupazione comparto Meccanica e Subfornitura italiana in crescita nel II semestre 2015

Secondo l'osservatorio MECSPE, ogni 1.000 aziende, 530 posti di lavoro in più. Si prevede una crescita del mercato nei prossimi tre anni; investimenti nella formazione per quasi nove aziende su dieci. Si ricercano maggiormente conduttori di impianti e macchinari e operai specializzati

Dalle imprese della meccanica e della subfornitura, punto di riferimento per l'industria manifatturiera italiana, arrivano importanti segnali positivi sul fronte occupazionale. Considerando i nuovi ingressi e le uscite, nel secondo semestre dell'anno in corso, per ogni 1.000 aziende, si creeranno ben 530 posti di lavoro in più: questo quanto emerge dall'Osservatorio MECSPE realizzato da Senaf in occasione di MECSPE, la fiera internazionale delle tecnologie per l'innovazione (Fiere di Parma, 17-19 marzo 2016), evento che darà la possibilità agli imprenditori di trovare prodotti all'avanguardia, tecnologie innovative, partner con cui sviluppare occasioni di business e soluzioni per migliorare la propria produzione.
Nella seconda metà del 2015, infatti, sono ben 3 aziende su 10 (30,8%) a dichiarare di voler aumentare il numero dei propri dipendenti, mentre il 64% prevede di mantenerlo stabile: un dato positivo che si somma alle assunzioni fatte dal 37,4% degli imprenditori nei primi sei mesi dell'anno. Inoltre, anche l'attesa di crescita del mercato in cui operano nei prossimi 3 anni, segnalata da oltre la metà delle imprese (55,5%), rappresenta un'ulteriore indicazione della visione favorevole degli imprenditori.


"I numeri emersi dall'Osservatorio MECSPE non fanno che confermare che ci troviamo di fronte a un mercato solido che sta ripartendo e lo fa puntando sul capitale umano. Un contributo è arrivato sicuramente dall'introduzione del Jobs Act, che è stato un accelerante, e che ha aiutato quasi sei imprese su dieci nelle nuove assunzioni", afferma Emilio Bianchi, Direttore di Senaf. "Ma se è vero che lo Stato ha creato i presupposti per favorire la crescita delle aziende, per fare la differenza, in un contesto sempre più competitivo, bisogna costantemente investire sulla formazione dei propri dipendenti".
L'indagine sullo scenario, che riguarda in prevalenza aziende con fatturati inferiori ai dieci milioni di euro (82%) e che occupano meno di 50 dipendenti (84%), evidenzia, infatti, ancora una volta, come i più soddisfatti dell'andamento della propria azienda siano gli imprenditori che hanno puntato sull'innovazione e sulla formazione. Sono quasi nove su dieci (86,1%) ad aver investito nel I semestre nell'aggiornamento dei propri dipendenti, e uno su cinque (21,6%) aumenterà nella seconda parte dell'anno il budget dedicato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

In particolare, il 30,7% ha dedicato "fino a 10 ore", il 23% "tra le 11 e le 20", il 14,3% "tra le 21 e le 30" e "oltre le 31 ore" il 18,1%.
"Seppur la situazione macroeconomica non mostri ancora una netta ripresa, le imprese della meccanica e della subfornitura hanno fatturati in crescita e ordinativi adeguati alle esigenze finanziarie, il che porta gli imprenditori ad essere soddisfatti del proprio andamento aziendale. Soddisfatti ma alla continua ricerca di margini di miglioramento", - prosegue Bianchi. "Proprio per questo, si reinvestono ampie fatte di fatturato in asset strategici quali formazione e innovazione, cercando personale con competenze specifiche, in grado di fare la differenza, in un contesto che richiede specializzazione ed eccellenza nella produzione".

Quali sono gli strumenti che le imprese utilizzano per la ricerca di operai e tecnici specializzati

Il 45,3% si affida alle "Agenzie di ricerca del personale" ma anche la scuola è un punto di riferimento importante e in particolare gli "Istituti tecnici" (36%) e gli "Istituti/Scuole professionali" (28,4%).



In misura nettamente minore le aziende scelgono di pubblicare "Inserzioni" (17,3%), ricorrere agli "Uffici di collocamento" (9,3%) e monitorare i propri competitor attingendo dal loro bacino dipendenti (7,1%). Per assecondare invece i flussi incostanti di lavoro e sopperire ai vincoli previsti dalle assunzioni sono sempre le "Agenzie interinali", i primi interlocutori delle imprese (44,9%) mentre il 14,7% sceglie "Prestatori d'opera occasionali". Una quota alta (27,6%), invece, preferisce non assumere, un dato in linea rispetto alla rilevazione dello scorso anno.

Le figure che l'industria ricerca maggiormente da inserire nell'organico come dipendenti

Una premessa: il dato non indica necessariamente un incremento di occupazione sul territorio perché non considera le cessazioni di rapporti lavorativi, che possono superare i nuovi ingressi.
In Italia, secondo i dati Excelsior-Unioncamere ed elaborati da Senaf in occasione di MECSPE, nel quarto trimestre 2015 si prevedono 145.590 assunzioni di dipendenti. Di queste il 17%, pari a 24.680, riguardano l'industria, con contratti che saranno a tempo determinato per il 50,1% e a tempo indeterminato per il 41,8%.



Nello specifico: le Industrie meccaniche ed elettroniche prevedono di assumere, in questi tre mesi dell'anno, 6.070 operatori (24,6% del totale industria); le Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4.950 (20,1%); le Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo 3.060 (12,4%); le Industrie tessili, dell'abbigliamento e calzature 2.790 (11,3%); le Industrie chimico-farmaceutiche, della plastica e della gomma 1.710 (6,9%); le Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi ed estrattive 1.500 (6,1%); le Industrie del legno e del mobile 1.390 (5,6%); le Industrie della carta, cartotecnica e stampa 640 (2,6%); le altre industrie 2.570 (10,4%).
I profili più ricercati sono quelli di conduttori di impianti e macchinari (34,2%) e operai specializzati (25,6%); il 63,4% richiede in generale esperienza specifica e sul fronte dell'istruzione il 71,5% gradisce il titolo di studio, con particolare preferenza per il diploma. Se per il 39,3% il sesso del candidato è indifferente, ben il 50,2% preferisce comunque il genere maschile.  


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