A trainare sono soprattutto le assunzioni a tempo indeterminato, che anche in questo trimestre aumentano del 7,3% (e del 54,7% rispetto allo scorso anno), arrivando al 25,4% delle entrate totali (+7,2 punti l'incremento della quota su base annua).
Calano, o rallentano, i contratti di apprendistato e quelli a tempo determinato, mentre, tra i contratti atipici, accelerano gli interinali (sia nell'industria che nei servizi), riprendono un certo vigore quelli con lavoratori a partita IVA (soprattutto nei servizi), mentre continua la tendenza negativa dei contratti di collaborazione.
Largo ai giovani
La maggior fiducia nella ripresa, mostrata dalle imprese, si traduce anche in una più ampia disponibilità ad aprire le porte ai giovani: tra ottobre e dicembre, le assunzioni espressamente destinate a quanti hanno meno di 30 anni saranno 43.900.
Rispetto al totale, la quota di assunzioni "riservata" ai giovani (anche se non esclusiva, visto che per quasi una metà di casi l'età è ritenuta indifferente), si alza di un altro punto, arrivando a sfiorare il 31%, livello mai raggiunto dalla seconda metà del 2013.
Ciò porta la media delle 4 rilevazioni di Excelsior dell'anno a quasi il 30%, due punti in più rispetto 28% del 2014, a cui era scesa dal 32,3% del 2012.
L'aumento della domanda di giovani dell'ultimo trimestre 2015 interessa sia l'industria che i servizi e ogni circoscrizione territoriale, con il Nord Ovest che registra il valore massimo (34,8%) ed il Mezzogiorno che però segna il più elevato incremento (+3,9 punti rispetto a fine 2014, con una quota che raggiunge il 28,9% delle assunzioni programmate).
Unica "nota stonata", le medie imprese, nelle quali la quota destinata agli under 30 si abbassa di 3,5 punti, mentre aumenta sia nelle piccole che nelle grandi imprese, arrivando a superare in queste ultime il 40%, il valore più alto dal 2° trimestre del 2013.
Richieste le professioni ad alta specializzazione
Dopo un anno e mezzo di crescita ininterrotta, le entrate complessivamente previste dalle imprese industriali nel IV trimestre del 2015 (oltre 50.000 unità) presentano una leggera battuta d'arresto, con un calo dell'1,7% rispetto a quanto previsto 3 mesi prima.
Questo andamento si riflette anche sulla tendenza di fondo, che resta però ampiamente espansiva con un incremento del 10,7% rispetto a quanto previsto per l'ultima frazione del 2014.
Il settore terziario, al contrario, con la previsione di oltre 141.000 entrate, recupera di slancio il piccolo cedimento del trimestre precedente (-0,5%), mettendo a segno un incremento congiunturale del 5,9% che imprime una forte accelerazione al trend di fondo, portando l'incremento tendenziale dal precedente +7,6% al +10,9%.
Una conseguenza della diversa dinamica settoriale è la forte crescita - nell'ambito delle assunzioni stagionali e non stagionali - delle professioni specifiche del commercio e dei servizi, che registrano un incremento "netto" del 12,4% rispetto al III trimestre 2015 (dopo 3 trimestri in cui al massimo era stato raggiunto il +4,8%), al quale si contrappone un calo del 2% delle assunzioni di figure operaie dopo 6 trimestri con una crescita media superiore al 5%.
Fra gli altri grandi gruppi, tengono un buon passo di crescita le professioni ad alta specializzazione (+4,6%), aumentano meno della media le non qualificate (+1,4%), mentre si riducono le professioni tecniche (-4,4%), anche queste associate soprattutto alle attività industriali, e, per il secondo trimestre consecutivo, le professioni esecutive degli impiegati d'ufficio (-7,6%).
Effetto Giubileo
Nel Lazio, l'effetto Giubileo si fa sentire nei programmi di assunzione delle imprese: +24,6% l'incremento delle entrate previste rispetto allo scorso anno, +16,4% quello rispetto al III trimestre.
Con questo vero e proprio balzo in avanti, la regione della Capitale scavalca in termini di performance anche la Lombardia, che "si ferma" al +21% su base tendenziale e al +5,4% su base congiunturale.
Al terzo posto l'Emilia Romagna, quindi il Friuli Venezia Giulia e la Puglia, sempre su base tendenziale.
Dal momento che la ripartenza delle assunzioni ha velocità diverse nel Paese (come dimostrano i dati per macroripartizioni, con il Nord-Ovest che cresce del 16,6% su base annua e il Mezzogiorno che si ferma al +3,3%), sono 6 le regioni in cui le entrate totali previste dalle imprese si riducono rispetto al 2014: Marche, Calabria, Trentino Alto Adige, Umbria, Abruzzo e Sardegna.
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