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18/11/2015

idee

La fiducia dei CEO delle societa' europee rimane stabile

Secondo l'YPO Global Pulse, la maggior parte dei leader aziendali UE mantiene un atteggiamento positivo riguardo allo scenario economico del prossimo futuro. Per contro i livelli di fiducia dei CEO globali sono al minimo quadriennale

La fiducia dei CEO nell'UE è rimasta relativamente sostenuta nel terzo trimestre del 2015, con un maggiore ottimismo dei leader aziendali della regione rispetto alle controparti nel resto del mondo. L'Indice di fiducia YPO Global Pulse per l'UE, che valuta con frequenza trimestrale la fiducia dei CEO nella regione, ha indicato un livello costante di ottimismo che, attestatosi a quota 60,2, fa segnare solo un lieve calo rispetto al 61,6 dello scorso trimestre. YPO è l'acronimo di Young Presidents' Organization.
Per la prima volta nei sei anni di storia dell'Indice, i business leader europei hanno fatto registrare un record di fiducia su scala mondiale, dove le previsioni per molte regioni si sono mosse notevolmente al ribasso. Il punteggio composito dell'Indice YPO Global Pulse si è fermato a quota 58,1 su base globale - il livello minimo dal picco della recessione economica globale nel terzo trimestre 2011. La fiducia in Asia è scesa di 4,7 punti da 62,0 a 57,3 - il limite minimo dal lancio del sondaggio - mentre gli Stati Uniti hanno registrato il risultato peggiore degli ultimi tre anni, perdendo 2,9 punti a quota 59,9.


Particolarmente interessante è il fatto che i livelli di fiducia nelle principali economie europee sono rimasti invariati o hanno evidenziato solo una lieve flessione nel terzo trimestre, mentre l'ottimismo nelle economie minori è cresciuto notevolmente, soprattutto in molti dei paesi duramente colpiti dalla recente crisi della zona euro. Germania e Francia sono rimaste stabili, con un calo marginale di circa mezzo punto, rispettivamente, a 55,7 e 57,0. D'altro canto, il Regno Unito ha ceduto 3,9 punti passando da 65,3 a 61,5. La fiducia è invece aumentata di 12,1 punti (da 42,7 a 52,8) in Grecia e di 7,7 punti in Spagna (da 66,4 a 74,1): un record per l'UE.

Forte crescita in Italia

In Italia, la fiducia è salita di 1,5 punti a quota 59,6, notevolmente superiore rispetto al 58,1 dell'indice di fiducia globale. Rispetto al clima aziendale di sei mesi fa, il 64% degli intervistati ha riferito che le condizioni sono migliorate e la stessa percentuale si aspetta un ulteriore miglioramento nei prossimi sei mesi. Gli amministratori delegati italiani sono ottimisti anche riguardo alle vendite sui prossimi 12 mesi - il 73% ritiene ci siano le condizioni per migliorare, contro il 64% del mese di luglio.


"I risultati suggeriscono che i leader aziendali in Europa mantengono un cauto ottimismo riguardo alle prospettive di crescita a breve termine e le preoccupazioni sul futuro dell'euro sembrano essersi affievolite, almeno per ora", ha dichiarato Anil Kumar, presidente di Ransat Group e membro di YPO Europe One e London Mayfair. "Il perdurante contesto di bassi tassi d'interesse, il calo dei prezzi petroliferi e la svalutazione dell'euro stanno stimolando la crescita e, in un certo senso, proteggendo i CEO europei dall'impatto del rallentamento in Cina, evidentemente più sentito in altre regioni. Guardando al 2016, i leader aziendali dovranno monitorare attentamente i mercati finanziari e i principali indicatori economici".

Risultati principali nell'UE

Prosegue l'ottimismo dei CEO per le prospettive di breve termine: nonostante un lieve declino generale della fiducia a livello europeo, la maggior parte dei leader aziendali mantiene un atteggiamento positivo riguardo allo scenario economico del prossimo futuro. In un orizzonte di sei mesi, il 41% dei CEO prevede un miglioramento delle condizioni economiche e di business a favore delle proprie aziende, mentre solo il 14% teme un peggioramento della situazione.



Positivo è anche l'outlook per i singoli componenti dell'indice, ovvero vendite, occupazione e investimenti fissi.
La maggior parte degli intervistati (60%) prevede un aumento del fatturato nei prossimi 12 mesi, mentre solo il 6% si aspetta una flessione; nel 30% delle aziende ci sarà probabilmente un ampliamento del personale, a fronte di un calo dell'organico nel 7% dei casi; infine, il 39% degli intervistati mira a un incremento degli investimenti fissi, mentre l'8% parla di riduzione.


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