Italia terza in Europa per la chimica, dopo Germania e Francia
Mancini (Atradius): fattori chiave sono domanda interna, export e margini di profitto in crescita. Il comparto vede una forte concorrenza internazionale e i tempi medi di pagamento sono di 85 giorni
Aumento delle esportazioni (+3,2% in volume), risveglio della domanda interna (+1,3%) e miglioramento atteso sui margini di profitto: questi i fattori chiave che hanno permesso alle imprese chimiche italiane di uscire dalla recessione e che fanno ben sperare per il futuro del comparto.
Segnali positivi che, secondo il Market Monitor sul settore chimico di Atradius, tra i principali gruppi mondiali attivi nell'assicurazione del credito, cauzioni e recupero crediti, mostrano un' industria che, nonostante la crisi degli ultimi anni, è riuscita a mantenersi competitiva.

L'Osservatorio Atradius sul settore chimico globale colloca l'industria chimica italiana al terzo posto in Europa in termini di importanza, dopo Germania e Francia.
Il settore, che conta ben 2.800 imprese e contribuisce all'1,3% del nostro PIL, sembra proseguire il trend di crescita (aumento della produzione dell'1,4% previsto per il 2015) già avviato lo scorso anno.
Buone notizie anche per quanto riguarda ritardi di pagamento ed insolvenze che, dopo la stabilizzazione raggiunta lo scorso anno, continuano a mantenersi su livelli bassi, e comunque di gran lunga inferiori rispetto alla media del comparto industriale italiano.
Maggiori criticità relative alle tempistiche di pagamento delle fatture da parte dei clienti vengono però riscontrate dalle imprese fornitrici di alcuni settori in difficoltà, come edilizia, materiali da costruzione, beni durevoli di consumo e arredamento.