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21/10/2015

economia

Liquidita' in crescita per mancanza di un porto sicuro

Allegri (Ambrosetti AM): da qui a fine anno il mercato rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari ma in un contesto di elevata volatilità

Dopo lo "tsunami" finanziario di agosto, sulla scia del rallentamento cinese e della difficile situazione dei Paesi emergenti, i mercati finanziari proseguono nella strenua ricerca di nuovi equilibri ma, come nelle attese, il percorso di normalizzazione passa ancora attraverso ampie oscillazioni e repentini cambi di fronte.
Questo brevemente riassume quanto visto nel mese di settembre sui principali indici azionari e nelle ultime sedute si è avuta ulteriore evidenza della complicata fase che stanno attraversando i mercati finanziari, con l'intrecciarsi di fattori positivi e negativi ed una conseguente ancora alta volatilità.
In questa fase in cui sono venuti a mancare alcuni punti di riferimento non è certo stata di aiuto la decisione sempre più attendista della FED di non intervenire sui tassi di interesse, nonostante la conferma di una congiuntura economica solida negli USA. La decisione, seppure finalizzata a non inasprire ulteriormente la situazione dei paesi in difficoltà, ha di fatto contribuito ad aumentare lo stato confusionale degli operatori di fronte al timore principale di rallentamento della crescita a livello globale, unito al difficile percorso di uscita da una politica monetaria di "tassi zero".


Nel mese di settembre, dunque, gli iniziali tentativi di recupero delle principali borse hanno incontrato da subito forti resistenze con un indebolimento progressivo delle quotazioni fino a ridosso, nuovamente, delle aree di minimo già testate nella fase estiva, che si dimostrano ancora una volta delle soglie importanti in ottica di sostegno delle quotazioni.
Il risultato finale di settembre sugli azionari è ancora negativo (-3.86% MSCI World) con un saldo per il trimestre attorno al -9%. Significative le discese soprattutto per il Giappone (-13.3% nel trimestre) e per l'area Euro che azzera i progressi della prima parte dell'anno. Male anche i mercati emergenti (-18.5%) mentre resiste di più l‘indice statunitense (S&P500 -6.9%). In termini settoriali molto negativi Material ed Energy (-20%) mentre resistono alle vendite Consumi Non Ciclici, Utilities e Technology.
Della situazione di incertezza ne approfittano, almeno parzialmente, i mercati obbligazionari; i governativi Euro ed Usa registrano infatti crescite nel trimestre, seppure contenute, mentre le obbligazioni High Yield e soprattutto il debito Emergenti continuano a soffrire con perdite finali molto ampie, rispettivamente del -4.

5% e del -7.1%.
Tra le protagoniste della recente bufera spiccano certamente le materie prime. Il ribasso è proseguito ampiamente anche nel mese di settembre e la contabilità finale del terzo trimestre segna -14.7% sull'indice generale con il Petrolio (Brent) a -23.2%. Nemmeno l'oro, da molti ritenuto il bene rifugio capace di resistere alle crisi, raccoglie successo (-4.89% nel trimestre).
In generale, dunque, i capitali fuggiti dall'azionario pare siano stati parcheggiati in liquidità più che reinvestiti su altre asset class teoricamente più "safe". Lo snodo comune di osservazione degli operatori è rappresentato al momento dall'assenza di investimenti alternativi alle azioni, in grado di offrire ad oggi ritorni potenzialmente interessanti, soprattutto in un contesto in cui vi è la conferma che uno dei fondamentali elementi di supporto alla crescita resta la politica monetaria espansiva delle Banche Centrali. Il contesto dunque da affrontare per la fase conclusiva dell'anno rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari che dovrebbero muoversi in una dinamica decisamente più positiva sebbene caratterizzata, soprattutto per la parte iniziale del mese di ottobre, ancora da un elevata volatilità.




Alessandro Allegri, A.D. di Ambrosetti A.M. Sim


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