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14/10/2015

idee

La Programmatic Advertising distrugge l'ADV online e fa prosperare AD Block

E' in atto un dibattito acceso intorno all'AD Block e ai danni che crea al sistema della creazione dei contenuti su internet. Ma l'invasività della pubblicità sta colpendo negativamente i consumatori

Inutile girare intorno al problema: la pubblicità su internet è invasiva e troppo spesso "rompe le scatole" a chi naviga. Si aprono finestre pop-up, video, oppure ricompare costantemente la pubblicità per acquistare un prodotto che era stato cercato precedentemente sul web. Anche il sito del nostro magazine, BusinessCommunity.it è partecipe spesso di questo sistema, non siamo di certo esenti da colpe.
La causa di tutto questo è sostanzialmente l'abbassamento dei guadagni da parte degli editori e quindi la ricerca di nuove revenue che, comunque, faticano ad arrivare.
Ma ha senso rompere le scatole agli utenti per far leggere un articolo? Ovviamente non ce lo avrebbe, fatto salvo che se chi produce contenuti online non riceve un giusto compenso o almeno un compenso che gli permetta di vivere chiude il sito/blog/servizio/app.
La adv programmatica, e questa è una provocazione, "sta uccidendo" la pubblicità su internet perché tende a massimizzare il guadagno soprattutto dagli spazi invenduti, perché nasce proprio per proporre agli utenti della pubblicità inerente ai siti/servizi/ricerche che l'utente stesso ha fatto recentemente.

Fin qui tutto bene, non ci sarebbero problemi, in veste di utente, e ogni venditore, agenzia, creativo è cliente e professionista contemporaneamente, ma i problemi sorgono quando la pubblicità inizia a diventare invadente, eccessiva, ripetitiva e soprattutto inutile e quindi dannosa per il brand.
Se stavo cercando un lavatrice e mi vedo ripetere per una settimana banner di lavatrici, anzi, immagini dell'ultima che ho già acquistato qualche giorno fa, forse c'è qualcosa che non va e non mi riferisco all'inefficienza di un messaggio di un prodotto che ho già, bensì alla riproposizione dello stesso in tutte le salse e in tutti modi possibili, anche con più messaggi nella stessa pagina. Senza poi considerare che il computer in famiglia non è usato da uno stesso utente e quell'utente magari ha almeno un altro dispositivo che ha utilizzato per cercare informazioni o acquistare un prodotto.
Soprattutto a causa di questa di invasione di messaggi, sono nati e prosperano sistemi che bloccano i banner, l'AD Block infatti blocca quasi tutti i messaggi, ma diventa un problema enorme per l'economia dei contenuti su Internet.


Perché se gli utenti non vedono la pubblicità le aziende non comunicheranno più e quindi gli editori, dai più grandi al blog o un youtuber che ha aperto i battenti ieri, non vedranno più un centesimo.
Varie analisi indicano che i servizi di AD Blocker stanno crescendo in maniera enorme in questo ultimo periodo, ma l'industria dei contenuti e della pubblicità non si sono preoccupate di questa crescita e oggi, che la dimensione inizia essere significativa, potrebbe iniziare ad essere tardi.
Ma chi si occupa di pubblicità ha affrontato questo problema con le newsletter e lo spamming, quindi è confidente in una soluzione semplice e, soprattutto, possibile, senza interrogarsi se la fonte del problema sia stato un proprio comportamento eccessivo.
L'AD Block cresce, ma l'industria di internet non fa molto, anzi, quasi niente. 
Eppure è il caso di preoccuparsi.
Seriamente. @gigibeltrame


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