Identikit dello startupper italiano: alta formazione ed esperienza al centro
Bicocchi Pichi (Italia Startup): oltre il 66% dei founder ha un'età compresa fra 30 e 49 anni e una laurea di secondo livello, post laurea o dottorato in oltre il 70% dei casi. Solo il 15% delle startup è puramente B2C, mentre oltre l80% si rivolgono al B2B
Ha più di 40 anni e una grande passione per il proprio settore lo startupper italiano così come viene delineato da una ricerca condotta da Italia Startup, l'associazione che riunisce gli operatori, fra i quali investitori, acceleratori e startup, del mondo dell'innovazione in Italia.
Dall'analisi condotta su un campione di oltre 400 startup di cui 2 terzi iscritte al registro delle startup innovative creato dal Ministero dello Sviluppo Economico, emergono le qualità prevalenti nelle figure dei founder di imprese il cui obiettivo è innovare nel rispettivo settore di appartenenza professionale.

Lo startupper italiano ha un'età prevalente compresa fra i 30 e i 49 anni.
Gli under 30 e gli over 50 numericamente tendono ad equivalersi (rispettivamente 15,2% e 14,4% dei rispondenti).
Questa caratteristica mette in luce l'esistenza di un periodo nel quale l'imprenditore è stato per anni impegnato a livello professionale prima di creare un'impresa innovativa.
Un valore aggiunto, quello della preparazione, che in Italia si rivela particolarmente importante e in netto contrasto con la percezione più diffusa che vede lo startupper come un giovane genio la cui intuizione è riuscita a cambiare un intero sistema in breve tempo.
La massiva prevalenza di attività legate al B2B Business-to-Business (47,2%) e al B2B2C Business-to-Business-to-Consumer (34,8%) evidenzia un approccio al miglioramento del settore nel quale gli startupper hanno operato nel corso della loro vita professionale.

"Il profilo che emerge dalla ricerca evidenzia come i nuovi imprenditori in Italia siano radicalmente diversi dal cliché del giovane inesperto e ambizioso, nonché dal fondatore di imprese tipico del boom economico" commenta Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup.
"I nuovi founder hanno una preparazione di alto livello, messa a disposizione dell'economia del Paese.
È auspicabile che l'innovazione generata da questo nuovo tessuto inneschi un circolo virtuoso nel quale queste nuove realtà possano interagire con le medie e grandi imprese italiane.
Le professionalità che oggi creano impresa stanno realizzando progetti di alta specializzazione che potrebbero determinare la creazione di cluster specifici.
In questo senso le grandi imprese non possono che guardare con interesse alle figure degli attuali founder non giovanissimi che verrebbero immessi in un contesto per loro naturale, per delineare un nuovo sistema di economia della conoscenza in una logica di open innovation".
Osservando più da vicino il livello di formazione accademica, si scopre che il 33,5% dei nuovi imprenditori ha concluso un lungo percorso di studi con una laurea di secondo livello.
Il 32,9% ha conseguito un master ed è presente anche una nicchia di PhD (5,2% dei founder), un aspetto fortemente differenziante rispetto allo stereotipo che vorrebbe lo startupper molto giovane, certamente con lumi di genialità, ma senza un'esperienza corposa in ambito aziendale.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
