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15/07/2015

economia

Il vento in poppa sul Paese del Sol levante

Moonen (NN Investment): previsioni sugli utili aziendali positive, yen debole, progressi delle Abenomics, riforme strutturali e crescita dell'’economia, accendono i riflettori sul Giappone

Da inizio anno, il Paese con la miglior performance è il Giappone. Tale area soddisfa le esigenze degli investitori alla ricerca di mercati che offrono una crescita degli utili più elevata, una politica monetaria accomodante, un alto premio per il rischio, la prospettiva di riforme strutturali adeguate e una migliore corporate governance.
Le previsioni sugli utili sono positive, la loro crescita non è spinta solo da elementi congiunturali come lo yen debole e la maggiore crescita economica ma anche dai cambiamenti strutturali nell'approccio adottato dalle imprese.
Le aziende giapponesi stanno gradualmente spostando il proprio focus sulla generazione di valore per gli azionisti. Tra le nuove regole: il Codice di Corporate Governance, effettivo da giugno, che incoraggia le aziende ad impostare obiettivi di rendimento e a spiegare la logica strategica delle partecipazioni incrociate, il Codice giapponese di Stewardship, che incoraggia gli investitori a diventare più attivi, e le riforme fiscali che cercano di indirizzare l'uso del capitale.


I primi effetti sono già visibili dal numero maggiore di buyback e dai dividendi più elevati. Nel 2014, questi ultimi sono balzati alla cifra record di 12 mila miliardi di yen, il doppio rispetto al 2009. Nel corso del tempo, questa dinamica porterà a un livello più "occidentale" di ROE e a un price to book ratio più elevato.
Nel frattempo, l'Abenomics continua a fare progressi, aiutata dal fatto che il Partito Liberal Democratico (LDP) ha buone possibilità di far passare le riforme strutturali. Le elezioni regionali dello scorso aprile hanno confermato l'LDP come unica forza dominante nel panorama politico. Le proposte di legge presentate durante l'attuale governo mirano a spingere verso l'alto il tasso di crescita dell'economia giapponese.
La BoJ, da parte sua, è pronta a intervenire se e quando dovesse essere necessario. L'inflazione ha mancato le aspettative e la BoJ ha già posticipato il timing previsto per raggiungere il target del 2% da fine 2015 al primo semestre del 2016. Senza un ulteriore allentamento, l'impegno della banca centrale nel raggiungere il target d'inflazione potrebbe essere messo in discussione dal mercato.



Un altro tema sono le valutazioni. Il premio per il rischio sull'azionario giapponese è del 4,8%, pari a una deviazione standard di 1,6 sopra la media di lungo periodo e lo 0,5% sopra la media globale. Sulla base del rapporto P/E, i mercati giapponesi ed europei hanno valutazioni analoghe. Tuttavia, se corrette secondo la diversa composizione settoriale, il Giappone è scambiato con uno sconto del 12%, con solo due settori su dieci (Utility e Healthcare) più costosi rispetto all'Eurozona.
A livello di price to book, il Giappone è più economico del 27%, ma ciò è legato ai livelli di ROE più bassi delle società giapponesi (6,8% contro 8,9% per la zona euro). Come già affermato, riteniamo che il Giappone ridurrà gradualmente il gap con le altre regioni grazie ai cambiamenti comportamentali strutturali.
Infine, il prezzo e il momentum sono positivi. Quindi, nel complesso ci sono ragioni sufficienti per mantenere il nostro sovrappeso su questo mercato, ed eventualmente aumentarlo.

Patrick Moonen, Senior Strategist Multi Asset, di NN Investment Partners


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