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15/07/2015

economia

Eurozona: la ripresa proseguira' nel corso del 2015

L'Economic outlook di ISTAT, IFO e INSEE per il II trimestre vede un momentaneo rallentamento della produzione industriale ma crescita del PIL e ripresa di consumi e inflazione

Nel primo trimestre del 2015 l'attività economica dell'Eurozona ha mantenuto un'intonazione positiva (+0,4%). Il prodotto interno lordo è previsto crescere allo stesso ritmo in T2 e accelerare moderatamente nella seconda parte dell'anno (+0,5% in T3 e T4) trainato principalmente dai consumi delle famiglie e dagli investimenti produttivi e, in misura più contenuta, dalla domanda estera.
La crescita media nel 2015 è attesa all'1,4%, dopo lo 0,9% del 2014. Il mercato del lavoro migliorerà gradualmente anche per una progressiva riduzione della disoccupazione. Nel corso dell'anno l'incremento dei salari insieme all'aumento dell'occupazione determineranno un incremento del potere d'acquisto delle famiglie con effetti positivi sull'attuale dinamica di consumo. Assumendo che il prezzo del petrolio rimanga intorno ai 65 dollari per barile e che il cambio dollaro/euro resti intorno a 1.12, l'inflazione si attende raggiunga progressivamente lo 0,9% nell'ultima parte dell'anno. Questa previsione è realizzata sotto l'ipotesi che l'evoluzione della crisi greca non produca effetti significativi sulla stabilità dell'Eurozona.



Momentaneo rallentamento nella produzione industriale

La produzione industriale ha accelerato nel primo trimestre del 2015 (+0,9%), nonostante la riduzione registrata a marzo (-0,4%). In aprile l'indice ha segnato un lieve incremento (+0,1). Le inchieste sulla fiducia delle imprese indicano una temporanea moderazione come conseguenza di un minore ottimismo sulle attese di ordinativi.
La produzione industriale è, quindi, attesa decelerare in T2 2015 (+0,3%), prima del recupero atteso del secondo semestre (+0,5% in T3 e T4), sostenuto dal miglioramento delle condizioni di domanda interna ed esterna.

Il Pil accelera

Nell'area euro il clima economico rimane su un livello più elevato rispetto alla sua media di lungo periodo, suggerendo una evoluzione positiva nel breve periodo e un tasso di espansione in T2 pari a quello di T1 (+0,4%).
La spesa dei consumatori è prevista positiva (+0,4% in T2 dopo il +0,5% di T1) sostenuta da un miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie. Anche la componente estera netta è attesa contribuire positivamente: le importazioni, cresciute in modo consistente in T1 specialmente in Francia e Germania, sono previste decelerare significativamente, mentre le esportazioni tornerebbero ad accelerare lungo l'orizzonte di previsione.


Nello stesso periodo, invece, gli investimenti in costruzioni sono attesi ancora in contrazione particolarmente in Francia e Italia, dove la crisi del settore non è ancora terminata, ma anche in Germania, dove la contrazione dovrebbe rappresentare una semplice correzione dopo due trimestri caratterizzati da una crescita robusta.
Nella seconda metà dell'anno corrente, la crescita è prevista accelerare marginalmente (+0,5% in ognuno dei due trimestri). Gli investimenti produttivi, stimolati dalla recente ripresa e dal miglioramento delle prospettive future, accelereranno gradualmente mentre il miglioramento del mercato del lavoro comporterà un aumento dei salari con effetti positivi sulla capacità di spesa delle famiglie.
Sui consumi delle famiglie ci si attende un acceleramento della crescita in Spagna e una espansione a ritmi sostenuti in Germania, mentre la dinamica in Francia e Italia rimarrà moderata.

Inflazione in crescita

La drastica riduzione dei prezzi del petrolio tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 ha avuto come conseguenza una decisa riduzione dell'indice generale dei prezzi in T1 2015.



Tale effetto è previsto svanire gradualmente, anche in seguito al rimbalzo del costo del barile di greggio in T2.
L'inflazione è quindi attesa tornare su tassi di variazione positivi (+0,9%) già sul finire dell'anno.

Rischi

Come nelle previsioni della scorsa primavera, un nuovo deprezzamento dell'euro e il calo del prezzo del petrolio, ad oggi meno probabili rispetto alle precedenti previsioni, potrebbero fornire un ulteriore stimolo alla domanda interna ed esterna, al pari di un maggiore effetto reale del programma di acquisto di asset da parte della BCE. Come rischi al ribasso, il confronto tra la Grecia e i suoi creditori rappresenta al momento il fattore di maggiore preoccupazione per la stabilità economico/finanziaria dell'area euro.
 

 


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