L'efficacia della leva promozionale dipende anche dalle azioni di marketing
Fantasia (Nielsen): in Italia il 59% delle azioni crea valore (media UE 55%, media global 41%) ma l'infedeltà al punto di vendita è la più alta d'Europa (42%). Le iniziative che prescindono dai bisogni dei diversi segmenti di shopper non danno i risultati attesi
A livello globale oltre 500 miliardi di dollari vengono spesi in trade promotion, pari a un investimento del 20% sui ricavi. Tuttavia solo il 41% delle promozioni crea valore, il restante 59% si configura in perdita, non raggiunge cioè il break even. Tra il 2012 e il 2014 le aziende hanno incrementato le attività promozionali senza però esercitare un livello di attrazione dei consumatori adeguato alle risorse messe in campo.
In Europa crea valore il 55% delle azioni promo. Anche se l'Italia fa registrare un dato più alto (59% rispetto al 57% della Germania e il 49% della Spagna) occorre tenere conto che proprio nel nostro Paese il fenomeno dell'infedeltà al punto vendita è più radicato che negli altri. Questo impatta in modo rilevante la performance della leva promozionale. Da una parte, infatti, le aziende e i distributori faticano a intercettare la domanda e a fidelizzare la medesima. Dall'altra, il consumatore, frequentando punti vendita diversi, e in concorrenza tra loro, si sottrae alle azioni promozionali da questi messi in campo.

I dati emergono dall'analisi internazionale Global Trade Promotion Landscape che Giovanni Fantasia, Amministratore Delegato di Nielsen, azienda leader mondiale nelle soluzioni e informazioni di marketing, ha presentato nell'ambito de Linkontro, il tradizionale appuntamento di Nielsen dedicato alla business community dei consumi. Nielsen ha indagato le performace di 76 milioni di eventi promozionali relative a 5 milioni di prodotti con codice a barre per le 52 settimane del 2014, per un totale di 750 miliardi di dollari di vendite in 7 Paesi: Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, UK e USA.
"Se da una parte le promozioni hanno contribuito a contenere l'aumento dei prezzi - ha dichiarato Fantasia - parallelamente il valore medio del carrello è rimasto invariato pur in presenza di un aumento dei volumi. La promozione legata al taglio prezzo, tuttavia, è solo una di quelle possibili. Le iniziative che prescindono dai bisogni dei diversi segmenti di shopper non danno i risultati attesi, perché la propensione ad acquistare in promozione e il livello di soddisfazione che se ne ricava è differente fra i consumatori. Individuare le fasce di consumo più in sintonia con determinate promozioni concorre a garantire l'efficacia di queste ultime. Solo in questo sarà possibile cogliere le opportunità di redditività che le promozioni ancora riservano a industria e distribuzione".
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