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06/05/2015

fare

Per essere competitive, le aziende devono sfruttare la mobilita' internazionale

Bossi (Hays): per scongiurare la retention diventa strategica la promozione di programmi di carriera a livello globale per i propri dipendenti

Retention e mobilità internazionale: sono queste 2 delle sfide che, nei prossimi anni, le aziende si troveranno ad affrontare in un mercato del lavoro sempre più globale e agguerrito. Ma come conciliare due obiettivi strategici in apparenza così contrastanti? La soluzione è semplice. Secondo gli esperti consulenti Hays, gruppo specializzato nella selezione di middle e top manager, per evitare che i professionisti prendano il largo e cerchino impiego presso la concorrenza, andrebbero incoraggiati percorsi di carriera internazionale interni.
"Le grande multinazionali tendono, spesso, a tenere separate le strategie di retention da quelle di recruiting internazionale. Eppure, a ben vedere, si tratta di due facce delle stessa medaglia", ha affermato Alessandro Bossi, Hays Italia Director. "Spesso, infatti, sarebbe sufficiente sviluppare programmi di mobilità che coinvolgano le sedi estere, per evitare di perdere membri del team stanchi del proprio lavoro o desiderosi di mettersi alla prova su nuovi mercati. E la creazione di percorsi di mobilità internazionale creerebbe vantaggi anche per le Risorse Umane, che vedrebbero amplificato il bacino di candidature tra cui selezionare i migliori professionista disponibili".


Ma quali sono i reali benefici per le aziende che decidono di abbracciare una policy di mobilità internazionale?
"Offrire percorsi di carriera a livello globale rappresenta per l'azienda un'evidente marcia in più per mettere in difficoltà i competitor sia nel breve sia nel lungo termine", ha continuato Bossi. "Informare il proprio network di professionisti dell'apertura di nuove opportunità di carriera (non solo a livello globale ma anche a livello locale) permetterebbe, per esempio, di individuare i candidati con maggiori ambizioni, adatti per ricoprire in futuro un ruolo dirigenziale".
Ma non solo: oltre a ridurre il fisiologico turnover, poter contare su professionisti con un background internazionale ha altri considerevoli vantaggi.
"Solitamente - ha concluso Bossi - quei lavoratori che hanno avuto modo di confrontarsi con realtà estere, possiedono anche maggiore flessibilità, perché abituati ad adattarsi a contesti differenti da quelli di origine. Infine, tutto ciò che è stato appreso dal professionista durante il suo percorso lavorativo da espatriato, può essere condiviso con i colleghi, accrescendo il know-how aziendale".



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