Scongiurato dall'azione della BCE il rischio di deflazione e l'euro debole ha assicurato un certo grado di stimolo all'economia reale. L'EXPO sarà una grande occasione per le aziende italiane del settore agroalimentare
Quanto sarà efficace l'azione della BCE? Chi vincerà il braccio di ferro tra Germania e Grecia? L'Italia del premier Renzi è finalmente sulla strada della crescita? Ne abbiamo parlato - in occasione della recente Global Megatrends Conference "Come competere nei nuovi scenari economici" di Credit Suisse - con Giles Keating, Head of Research for Private Banking and Wealth Management di Credit Suisse.
In un mondo a bassa crescita e bassi tassi di interesse, dove è possibile al momento trovare valore nel mercato globale?
Quello che vediamo è un mercato azionario pienamente valutato, quindi quello che conta veramente è predisporsi a cercare opportunità, con libertà di scelta.

Per esempio, vediamo opportunità nel settore Tech, in cui occorre sempre esser prudenti, e che negli USA subisce gli effetti del dollaro forte.
Penso anche al comparto del credito, in cui il divario degli spread della metà dello scorso anno ha prodotto specifiche opportunità, assicurando agli investitori guadagni nel breve.
In una crisi di deflazione da debito, qual è la sua opinione sul qualtitative Easing della BCE? Riuscirà a rivitalizzare l'economia?
Penso che nell'eurozona ci siano forti preoccupazioni in merito alla deflazione che abbiamo cominciato a vedere da circa 18 mesi.
Io penso che ora vediamo una bassa inflazione - dovuta anche al calo del prezzo del petrolio - che però è temporanea e che sarà un fattore di stimolo.
Credo che il rischio deflazione sia ormai passato e il motivo è perchè la BCE è stata molto attiva, tenendo bassi i tassi di interesse lo scorso anno e ora con il QE, che ha impattato direttamente, facendo calare l'euro rispetto al dollaro e che potrebbe proseguire nella sua discesa.
Senza dubbio l'euro debole ha assicurato un certo grado di stimolo all'economia reale così come ha reso più basso il problema della debt deflaction.
Chi sarà, se ci sarà, il vincitore tra Grecia e Germania?
Chiaramente il livello finale dello scontro tra Grecia e Germania ha un senso intimo di aspro confronto e che verte sui costi complessivi.
Io penso che alla fine una sorta di accordo verrà raggiunto.
In ogni negoziazione c'è sempre un equilibrio molto delicato.
Da un lato credo che la Germania sia determinata a mantenere una fortissima disciplina verso la Grecia.
Ma la vogliono anche altri Paesi, come la Spagna cui è stata chiesta più disciplina, e che a loro volta intendono che vada chiesta anche alla Grecia.
Allo stesso tempo, dobbiamo essere realisti sul calendario, che deve avere sufficienti segnali da parte del governo greco, con riforme, privatizzazioni ecc.
Contemporaneamente il tempo stringe e l'economia greca sta cadendo in una profonda crisi di debito che ha impatto sulla presenza del Paese nell'euro.
Ed è per questo che, alla fine, ognuno è a rischio.
Credo che sia necessario un po' più di equilibrio nel momento terribile che stiamo vivendo.
Lei quindi non vede un'ipotesi Grexit...
Mai dire mai.
La verità è che al momento le banche europee sono molto meno legate alla Grecia rispetto a due anni e mezzo fa, al massimo della crisi.