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25/02/2015

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Italiani in fuga per il lavoro giusto: l'81% si trasferirebbe

Giorgetti (Kelly Services Italia): Il 49% degli italiani sceglierebbe l'Europa e il 26% il Nord America. Lo stipendio non è più l'elemento principale ma un ambiente collaborativo, maggiore flessibilità, l'accesso a tecnologie all'avanguardia e una cultura dell'innovazione

Sempre più italiani pensano che il proprio futuro lavorativo sia all'estero. Oppure mettono l'ipotesti del trasferimento ben in alto nella classifica virtuale dal delle possibilità future. E' in sintesi quanto emerge dal quarto ed ultimo capitolo del Kelly Global Workforce Index 2014 alle preferenze dei lavoratori e alla flessibilità sul lavoro, condotto da Kelly Services, leader mondiale nella consulenza per le risorse umane.
Quest'indagine raccoglie le risposte di più di 230.000 persone di 31 Paesi, di cui circa 4.000 in Italia, e mostra gli effetti dei diversi fattori che impattano sul mondo del lavoro attuale, tra cui le differenze geografiche e la responsabilizzazione dei dipendenti, con un particolare focus sui tre gruppi generazionali principali: Y (19–-30 anni), X (31–-48 anni) e Baby Boomer (49-–66 anni).
Il risultato più significativo della survey mostra come, a livello globale, il 71% degli intervistati sarebbe disposto a trasferirsi per il lavoro dei propri sogni. Questa percentuale sale fino all'81% per l'Italia.

Il 49% degli italiani lavorerebbe volentieri in un Paese europeo, il 26% in Nord America, il 6% in Sud America e Asia Pacifico e il 2% in Africa e Medio Oriente. Fino a dove sarebbero disposti a spingersi per un eventuale trasferimento? Il 28% cambierebbe continente, il 17% lascerebbe l'Italia per un altro Stato europeo, mentre il 36% si trasferirebbe solo all'interno dei confini italiani. Il 19%, invece, non sarebbe disposto a trasferirsi.

Le aspettative dei lavoratori

La ricerca, inoltre, fa luce sul valore che i dipendenti attribuiscono ai diversi aspetti che caratterizzano il proprio lavoro, quali l'acquisizione di nuove competenze e l'adozione di forme di lavoro flessibile, la possibilità di svolgere un lavoro socialmente consapevole e l'opportunità di trasferirsi. Inoltre, vengono evidenziati i fattori che fanno ritenere un'azienda più appetibile rispetto ad un'altra, analizzando le motivazioni per le quali la sede operativa di un'azienda, le sue dimensioni, il suo management hanno un ruolo importante nella selezione dei talenti.
I risultati dell'indagine mostrano anche come, in EMEA, il 57% degli intervistati sarebbe disposto a sacrificare un aumento di stipendio per acquisire nuove competenze, in Italia il 58%.

Indubbiamente, questa possibilità vale di più di un aumento di stipendio o di un avanzamento di carriera. Il 36% dei lavoratori europei e il 31% di quelli italiani rinuncerebbe ad una parte del proprio compenso a favore di forme contrattuali più flessibili.
Infatti, un fenomeno relativamente recente è la nascita di diverse alternative al rapporto di lavoro tradizionale: freelance, lavoratori somministrati e a contratto, collaboratori a partita IVA, a progetto, nonché imprenditori e liberi professionisti.
Migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita privata è un altro elemento importante per i lavoratori. Per raggiungere questo obiettivo, il 52% degli intervistati in EMEA e il 50% in Italia "sacrificherebbe" parte della propria busta paga.

Come trattenere i dipendenti

L'indagine prosegue con l'analisi degli elementi che favoriscono attrazione e retention dei dipendenti. Particolari che vanno oltre l'offerta di retribuzioni competitive, di un buon equilibrio tra lavoro e vita privata e di opportunità di carriera. Esistono, infatti, altre caratteristiche che influenzano le scelte dei lavoratori: localizzazione geografica e dimensioni.


In Italia, il 53% dichiara che le aziende più appetibili sono le multinazionali, mentre il 34% non esprime alcuna preferenza.
Quanto alle dimensioni dell'organizzazione per cui lavorare, per il 31% degli italiani questo aspetto ha grande importanza: il 36% si orienta verso le aziende di medie dimensioni, mentre il 24% preferisce le grandi aziende. Solo l'8%, invece, vorrebbe lavorare in realtà con meno di 50 dipendenti.
La ricerca individua, infine, l'ambiente di lavoro ideale per dipendenti. In Italia, per l'80% è quello che offre collaborazione con team cross funzionali. I lavoratori vorrebbero avere accesso a tecnologie e strumenti di ultima generazione (54%), operare nell'ambito di una cultura dell'innovazione (50%) e far parte di team virtuali (41%).

Stefano Giorgetti, Amministratore Delegato e Vice President di Kelly Services Italia, ha dichiarato: "Quest'ultimo KGWI mostra un "cambiamento di rotta" nei lavoratori, che non considerano più lo stipendio l'elemento principale nella scelta di un nuovo lavoro. I dati evidenziano, infatti, che un ambiente collaborativo, una maggiore flessibilità, l'accesso a tecnologie all'avanguardia e una cultura dell'innovazione sono gli elementi-chiave, che influiscono sulla retention e sull'attrazione dei talenti, temi fondamentali per tutte le aziende".




Qui il report completo: http://kellyservices.it/IT/Knowledge-Hub/Le-preferenze-dei-lavoratori/?hid=CA#.VL5UqPKBEdU

Presentazione su Slideshare

Kgwi 4 2014 le preferenze dei lavoratori from The Talent Project

 


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