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11/02/2015

idee

Mork & Mindy e il ballo della liberta'

Mork viene dal pianeta Ork e Mindy cerca di spiegargli come funziona la vita sulla terra. Una rubrica di Gian Luca Bocchi

Mork: Ciao Mindy, sono elettrizzato. Voglio iscrivermi ad una scuola di ballo. L'altra sera chattavo con amici di Atene che mi hanno suggerito di guardare un film bellissimo, Zorba il greco, e adesso voglio assolutamente imparare a ballare il Sirtaki. Lo conosci?

Mindy: Tutti dovrebbero conoscere le pietre miliari del cinema e il film che hai citato, è senza dubbio una di queste, per svariate e differenti ragioni. Devo dirti anche che la tua curiosità cade proprio a fagiolo in questi giorni di grande fermento per il destino del popolo greco e dell'Europa in generale.

Mork: Si, ho letto sui giornali che il nuovo governo ha rigettato tutti i precedenti accordi con la Troika, ma sono pazzi? Falliranno e staranno molto peggio di prima…

Mindy: Non sono così sicura di quello che dici e non lo sono nemmeno coloro che fanno queste affermazioni, ma l'evocazione della tragedia e della paura è sempre stata utilizzata per invogliare le persone ad accettare condizioni di vita pessime con la minaccia che potrebbero ulteriormente peggiorare. Ma chi l'ha detto? Questo, in fondo, è ciò che è stato fatto in Grecia: un progressivo e lento soffocamento non solo dell'attività economica da parte di una mole di debito sempre più onerosa, ma soprattutto una sistematica repressione della speranza che un giorno finalmente la qualità della vita tornerà ad essere migliore.

A quanto pare la vittoria di Tsipras è la conferma che proprio la speranza resiste oltre ogni immaginazione e la rassegnazione è solo temporanea. Il nuovo governo, nato a tempo di record, sta già trasformando in leggi alcuni dei suoi cavalli di battaglia della campagna elettorale: aumento del salario minimo (da 450 a 750 euro), riassunzione di 10.000 impiegati pubblici e blocco del piano di privatizzazioni.

Mork: Sulla carta sembra interessante, ma gli taglieranno i fondi se non rispetteranno gli impegni di austerity concordati dai governi precedenti…

Mindy: Onestamente non sono in grado di prevedere come possa dispiegarsi nelle prossime settimane questa nuova trattativa che rappresenta a tutti gli effetti qualcosa di rivoluzionario. Da un rapporto maestro-studente o genitore-–figlio, in cui una figura comanda e l'altra esegue, si è passati ad un confronto tra pari in cui Atene reclama a sé il diritto ad un futuro di ripresa economica e soprattutto sociale che non è ipotizzabile alle condizioni attuali. Il nuovo ministro dell'economia, Yanis Varoufakis, vuole legare la capacità di rimborso del debito greco alla crescita e cambiare la logica dell'austerity secondo cui un progressivo taglio delle spese è l'unica ricetta somministrata.

Sempre Varoufakis ha paragonato il suo Paese ad un drogato ormai talmente dipendente dalle tranche di prestito della UE, da accettare qualsiasi condizione pur di avere la sua dose. Il governo greco ha già palesato che dalla fine del mese di febbraio non verrà più richiesta alcuna proroga ai prestiti della Troika verso Atene, che deve affrancarsi da questa dipendenza per potersi risvegliare.

Mork: E i titoli in scadenza? Come li rimborseranno senza ulteriori prestiti?

Mindy: Credo che facciano affidamento su linee di emergenza della banca centrale, in attesa che i colloqui conducano là dove fino ad ora nessuno ha osato. Lo scorso ottobre se ti ricordi ci fu un po' di maretta tra Francia e Italia da un lato e commissione UE dall'altro, con quest'ultima che si riservava di richiedere ulteriori misure integrative alle leggi finanziarie per il 2015, giudicate insufficienti per raggiungere quel rientro del deficit precedentemente concordato. A confronto con la Grecia di oggi Francia e Italia sono parse come due buffi e teneri pechinesi, certamente un po' fastidiosi con quel loro abbaiare, ma totalmente inoffensivi.


Per la prima volta gli organismi europei sono chiamati ad interrogarsi sulla validità delle ricette proposte confrontandosi con qualcuno che non bluffa. Probabilmente guardando negli occhi questi nuovi baldanzosi ministri gli interlocutori europei hanno capito la forza del messaggio e l'ottimismo che li sostiene, l'ottimismo di chi sa che sta portando avanti una causa giusta ed è pronto a battersi e ad accettarne le conseguenze. Proprio come accade nel dialogo finale tra Zorba il greco e il giornalista inglese in cui si sottolinea che "ci vuole un po' di pazzia, sennò non potrai mai strappare la corda ed essere libero". E per avere questo coraggio occorre la convinzione che ci sia posto per un futuro migliore.

Mork: dopo tutto quello che mi hai detto a maggior ragione voglio imparare a ballare il sirtaki.

 


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