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11/02/2015

economia

Nel 2014 crescita record della domanda di mutui: +30,6%

Capecchi (CRIF): l’atteso miglioramento dello scenario economico unitamente alla conferma dei tassi sui livelli minimi dovrebbero favorire il consolidamento delle dinamiche già registrate nel corso del 2014

Nel corso del 2014 il quadro congiunturale in Italia si è mostrato ancora fragile e incerto, determinando un atteggiamento prudente sia sul fronte della domanda di credito delle famiglie sia su quello dell'offerta da parte degli operatori.
Tuttavia, l'ultima edizione del Barometro CRIF, che analizza l'andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in EURISC, mostra come, dopo ben 3 anni caratterizzati dal segno negativo, nell'arco del 2014 la domanda di mutui abbia fatto registrare una crescita rispetto all'anno precedente, confermando il progressivo recupero delle richieste verso i volumi pre-crisi, seppur ancora ben distanti.
Relativamente alla domanda di prestiti da parte delle famiglie (nell'aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), invece, la variazione complessiva è stata ancora negativa.
Al contempo, l'atteggiamento ancora cauto da parte delle famiglie trova riscontro anche nella progressiva diminuzione dell'importo medio dei finanziamenti richiesti.



L'andamento della domanda di mutui nell'anno 2014

Il mese di dicembre appena concluso ha fatto registrare una vera e propria impennata del numero di domande di mutuo presentate dalle famiglie italiane agli istituti di credito, con un eloquente +30,6% rispetto al corrispondente mese del 2013 che, a sua volta, si era caratterizzato per un segno positivo.
Sostenuto sia dagli stimoli proposti dagli istituti di credito, con offerte focalizzate sulla modularità e flessibilità del prodotto, sia dalle richieste di surroga, in virtù della convenienza dell'attuale tasso variabile, nell'arco dei 12 mesi la domanda di mutui ha fatto segnare una crescita pari al +15,0%, dopo ben 3 anni caratterizzati dal segno meno, a conferma del consolidamento di un progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, per altro ancora ben distanti.

Importo medio e durata dei mutui richiesti nel 2014

Dall'analisi condotta da CRIF risulta anche che l'importo medio dei mutui richiesti nell'anno 2014 è ulteriormente calato, attestandosi a 124.346 Euro rispetto ai 127.

328 Euro dell'anno precedente, confermando così un trend in contrazione che perdura da diversi anni sia a causa della diminuzione del prezzo di acquisto degli immobili sia per la tendenza a privilegiare soluzioni che gravino il meno pesantemente possibile sul bilancio famigliare.
Complessivamente, l'importo medio dei mutui richiesti nel corso del 2014 è calato del -9,7% rispetto ai valori del 2008, prima che la crisi si manifestasse.
La dinamica rilevata per gli importi medi risulta coerente anche con l'analisi della distribuzione delle domande in funzione della fascia di importo: nel corso del 2014, infatti, si registra un aumento per la classe inferiore ai 75.000 Euro (+1 punto percentuale) e per quella compresa tra 75 e 100.000 Euro (+0,4 punti percentuali), che per altro rappresentano complessivamente quasi la metà delle richieste totali. È però la fascia di importo compresa tra i 100 e i 150.000 Euro a confermarsi, seppur in leggera contrazione rispetto al 2013, la preferita dagli italiani con il 28,7% del totale delle domande.
Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, dall'analisi di CRIF emerge come, ancora una volta, sia stata la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare la preferita, con una quota pari al 26,8% del totale, seppur in calo di 1,5 punti percentuali rispetto al 2013.



"Nel complesso, l'atteso miglioramento dello scenario economico unitamente alla conferma dei tassi sui livelli minimi dovrebbero favorire il consolidamento delle dinamiche già registrate nel corso del 2014, sia relativamente alla crescente propensione all'acquisto di abitazioni finanziato attraverso un mutuo sia riguardo i volumi delle surroghe", ha commentato Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF. "Al contempo, però, la rischiosità del comparto dovrebbe mantenersi su livelli relativamente elevati in quanto la modesta ripresa economica non consentirà di assorbire completamente gli effetti della lunga fase di crisi sul mercato del lavoro e sui redditi delle famiglie, suggerendo un approccio ancora selettivo agli Istituti".
 


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