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04/02/2015

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Roncadin: La pizza surgelata Made in Italy conquistera' il mondo

Una tecnica di produzione brevettata, ingredienti di alta qualità provenienti esclusivamente dal nostro Paese, per una eccellenza della nostra produzione alimentare che toglie quote di mercato alle multinazionali

Nella grande distribuzione, la pizza surgelata parlava fino a pochi anni fa solo la lingua delle multinazionali straniere. Ora, grazie all'impegno di un'azienda friulana, il Made In Italy trova il giusto riconoscimento. Anche a livello internazionale. Ne abbiamo parlato con Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin Spa.

Come nasce l'idea di inserirsi in un mercato dominato da competitor multinazionali straniere? E per di più nella patria delle pizzerie sul territorio...

L'Italia è riconosciuta all'unanimità come il Paese patria della pizza. Il prodotto "fresco" è da sempre orgoglio e simbolo dell'Italia. Tuttavia, per molti anni si è verificato un paradosso piuttosto evidente per cui proprio nel Paese della pizza per antonomasia quella surgelata era prodotta per la stragrande maggioranza in Germania. Fortunatamente oggi la situazione sta cambiando e nel reparto surgelato dei supermercati ci sono anche produttori, come noi, che fanno del Made in Italy un punto di forza. Anche da parte dei consumatori riscontriamo maggior attenzione nel capire dove è prodotta la pizza: la legge non prevede l'obbligo di indicare il Paese di produzione, basta un generico Made in Ue.

Per sapere se la pizza è stata realizzata in Italia bisogna leggere nei dettagli il retro della confezione.

Avete una tecnica di produzione brevettata. E' il segreto del vostro successo, unitamente all'utilizzo di soli prodotti Made in Italy?

Sicuramente la tecnologia è uno dei nostri punti di forza. Abbiamo messo a punto un esclusivo brevetto di pressatura a caldo che presenta vantaggi notevoli. A differenza dei metodi tradizionali, la pasta non viene sottoposta a nessuno stress e la maglia glutinica rimane intatta con le sue proprietà. L'impasto non viene steso ma suddiviso in piccole palline. Da ciascuna pallina, con un'operazione di pressatura a caldo, si ricava quindi una base di sfoglia impermeabile che, in modo naturale, protegge dall'umidità della salsa di pomodoro.
Il brevetto è però solo uno dei fattori che determinano il nostro successo, non certo l'unico.
In Roncadin c'è molta attenzione agli ingredienti utilizzati: selezioniamo le farine da mulini italiani (ogni anno ne acquistiamo circa 8.

533 tonnellate) e il pomodoro è 100% italiano (circa 3mila tonnellate annue). Inoltre, per l'impasto usiamo acqua del bacino idrico delle Dolomiti Friulane (Valcimoliana). I tempi di lievitazione sono lunghi: da 5 ore fino a 24 ore, ciò conferisce più gusto, più digeribilità e soprattutto consente l'utilizzo di pochissimo lievito, una percentuale inferiore all'1%. La cottura è in forno a legna, utilizzando tronchetti di faggio certificato e un forno in pietra refrattaria e la farcitura è manuale, con il topping degli ingredienti eseguito a mano: per realizzare una pizza farcita vengono impiegate in media circa 33 persone. Utilizziamo anche fonti rinnovabili per la produzione.

E' per questo che sollecitate un'etichettatura che indichi dove il prodotto venga effettivamente realizzato? E quando è importante anche per il consumatore straniero?

La chiara indicazione dello stabilimento di produzione è innanzitutto una garanzia ed una tutela per il consumatore. Ad esempio, i nostri clienti stranieri vogliono assolutamente che il Paese di produzione sia chiaramente indicato: nei pack dei nostri prodotti venduti in Germania e Gran Bretagna è infatti ben in evidenza che si tratta di un prodotto italiano.

È sicuramente un motivo di orgoglio dichiarare che la pizza è prodotta in Italia, sia nel nostro Paese sia all'estero.

Roncadin è sul mercato da oltre 20 anni. Come è cambiato il mercato del surgelato (domestico e internazionale) in questo tempo?

Il mercato è cambiato grazie a due fattori principali: la tecnologia e i gusti dei consumatori.
Da un lato, il miglioramento delle tecniche di surgelazione ha migliorato i prodotti, mantenendo sul piano organolettico delle proprietà eccellenti. Oggi è possibile gustare ottimi prodotti surgelati, che poco hanno da invidiare a quelli freschi. Dall'altra parte, i gusti sempre più evoluti dei consumatori hanno spinto verso ricette più raffinate e piatti più complessi. A fianco di alcuni gusti classici, come la Margherita, ci sono dei nuovi accostamenti che incontrano sempre di più il gradimento dei clienti, che desiderano anche sperimentare sapori nuovi.

Confezionate prodotti per il vostro brand e per conto di private label. Perchè queste ultime faticano ad imporsi in Italia, a differenza di quanto avviene all'estero?

In Italia la private label si è sviluppata più lentamente che nel resto d'Europa, in quanto il prodotto di marca continua ad avere sul consumatore un forte potere di attrazione.


Tuttavia, in questi ultimi anni è in corso una forte accelerazione e un grande dinamismo anche nel nostro Paese. Siamo certi che si apriranno interessanti prospettive per il futuro. Magari si arriverà presto a raggiungere i cugini tedeschi o inglesi, dove è la marca del distributore a trainare costantemente l'innovazione di prodotto.

Un solo stabilimento e tantissime referenze. Quali sono le più richieste e dove?

Ogni paese ha i suoi gusti e le sue preferenze: nel 2014 Roncadin ha prodotto circa 65 milioni di pizze, sviluppando ben 370 ricette diverse di pizze farcite. I gusti sono vari e cambiano molto a secondo del paese di provenienza. In Italia la pizza più venduta è la Margherita, mentre all'estero si preferiscono decisamente le pizze farcite. In Germania piacciono molto i salumi anche piuttosto piccanti, in Inghilterra un classico è la salsa barbecue ed il pollo. Poi ci sono le mode del momento, come la quinoa o la zucca… il bello della pizza è proprio questa "caratterizzazione" di gusti, ogni Paese (e ogni cliente) può creare delle ricette uniche e di grande successo.




Quanto conta per voi l'export, quali sono i mercati più importanti, e quali progetti avete per il futuro?

La quota export di Roncadin è del 71%. Roncadin vende soltanto attraverso la grande distribuzione internazionale, principalmente in private label, ma anche a suo marchio. I principali Paesi sono Germania (20%) e Regno Unito (26%), seguiti da Olanda, Spagna e Danimarca. Per il futuro, sicuramente l'obiettivo primario resta quello della espansione commerciale in mercati non maturi, primo fra tutti gli Stati Uniti: la domanda di prodotto italiano, unita ad una cultura che predilige il cibo pronto con una forte richiesta di qualità, sono le condizioni ideali per introdursi con prodotti Roncadin.
Nel 2013 Roncadin ha aperto una filiale commerciale in USA, per sviluppare al meglio questo mercato dalle enormi potenzialità, dove il Made In Italy è considerato un plus d'eccellenza.
Mercati in cui vogliamo espanderci nel medio-lungo termine sono anche Cina, Russia e Brasile. La forza della nostra azienda è il prodotto, fatto con farina e pomodoro italiano ed il brevetto di produzione che consente di differenziarci in maniera significativa dalla concorrenza.


Dal 2013 abbiamo ampliato il business con la divisione snack (panzerotti, pizzette, prodotti farciti), una nicchia di mercato tutta da sviluppare: si calcola che oltre 2/3 dei giovani "under 30" per pranzo preferisce uno spuntino veloce rispetto ad un classico pranzo con portata. Per questo stiamo sviluppando dei prodotti sfiziosi, veloci ed appaganti.

In una fase congiunturale come quella che stiamo vivendo, ha mai pensato di delocalizzare?

Assolutamente no! Il Made in Italy nel food è un valore reale, che va preservato e valorizzato al meglio. Produrre in Italia è per noi un vero e proprio plus competitivo, come dimostra l'attenzione che viene dedicata a questo aspetto nei pack stranieri.  


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