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03/12/2014

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Italia: diminuisce la fiducia delle imprese per il 2015, ma nell'eurozona e' peggio

Smith (Markit): Calano anche le intenzioni di assunzione. Prezzi alla produzione destinati ad aumentare solo leggermente nel prossimo anno, così come gli investimenti industriali

Il sondaggio Markit Italy Business Outlook, che esamina le aspettative per l'anno che verrà in 450 società, mostra un leggero calo del grado di ottimismo tra le imprese italiane, rispetto a giugno. Il dato di ottobre indica un +37% di aziende che prevede un aumento del proprio livello di attività economica nel corso dei prossimi 12 mesi, in calo dal +44% della precedente rilevazione. Tuttavia, questo dato è superiore alla media della zona euro che si attesta al +28%.
La fiducia è in calo sia nel settore dei servizi e del manifatturiero (+36% e +38%, rispettivamente) e questo pesa sul sentiment riguardo alla futura redditività e gli investimenti delle imprese.
Le imprese che si attendono maggiori investimenti industriali (capex) sono scese al +6% dal +8%, mentre le prospettive per la R&S tra i produttori sono più deboli rispetto a giugno.
Gli ultimi dati mostrano solo aspettative modeste per la creazione di posti di lavoro nel prossimo anno, con un calo dal +9% e +8%, a causa di un indebolimento delle intenzioni di assunzione tra i produttori.


Le imprese prevedono di aumentare i prezzi di uscita solo marginalmente nel corso dei prossimi 12 mesi, e in misura minore di quanto dichiarato in ciascuno dei precedenti tre outlook.

Settore Manifatturiero

La fiducia dei costruttori per quanto riguarda le loro future prospettive di produzione è la più debole dal giugno 2013. Mentre le imprese in generale si aspettano comunque livelli di produzione più alti in un anno (+36%), il grado di ottimismo, è meno marcato rispetto a giugno.
I produttori italiani si aspettano di aumentare i numeri della forza lavoro nel corso dei prossimi 12 mesi, con il dato di ottobre a +8%, la quinta lettura positiva consecutiva sul fronte dell'occupazione. Tuttavia, in calo dal +15% del mese di giugno.
Gli investimenti nel settore manifatturiero sono invece destinati a salire, così come l'utilizzo della capacità produttiva.
La spesa per R&S dovrebbe aumentare, ma il dato di ottobre è vicino al picco inferiore da tre anni e mezzo di giugno. Sul fronte dei prezzi, le aspettative di inflazione dei produttori si sono indebolite un rispetto al periodo di rilevazione precedente.

Le imprese che prevedono un aumento dei costi in ingresso sono scese dal +32% al +29%, mentre il saldo degli oneri di produzione ora recita +17% (il livello più basso in due anni).

Settore Servizi

Come le aziende manifatturiere, le società di servizi italiane sono meno fiduciose circa le prospettive per il prossimo anno rispetto a giugno. Il saldo delle imprese che si aspettano un aumento delle attività è calato dal +43% al +38%, anche se è ancora il secondo dato più alto in quasi tre anni e mezzo.
Le imprese di servizi prevedono anche un miglioramento dei profitti, anche se il sentiment su questo fronte si è deteriorato rispetto al periodo di rilevazione precedente, in linea con le tendenze in altro Paesi.
Il peso sulle aspettative per i profitti è la convinzione generale tra le imprese che i costi medi saliranno più velocemente degli oneri di produzione nel corso dei prossimi 12 mesi, con quest'ultimo dato destinato ad aumentare solo marginalmente. D'altra parte, il tasso previsto di inflazione dei costi è il più forte dal febbraio 2012, riflettendo principalmente un aumento anticipato del costo del personale.



Oltre a un aumento dei costi medi del personale, le società di servizi prevedono per il prossimo anno anche un aumento del livello di occupazione. Inoltre, il +7% rappresenta il tasso più marcato di previsione di creazione di posti di lavoro da Febbraio 2011.

Phil Smith, economista di Markit, ha commentato: "La fiducia delle imprese si è leggermente attenuata in Italia, con le imprese ora meno ottimiste circa le prospettive per l'attività di business, i ricavi e la redditività che in estate. Detto questo, si tratta di una tendenza generale in tutta la zona euro, e le imprese italiane restano più ottimiste rispetto alle loro omologhe in Germania e Francia.
"Le prospettive per la creazione di posti di lavoro sono ancora sottotono, con un aumento dei piani di assunzione tra società di servizi cui si contrappongono minori aspettative tra i produttori manifatturieri. Gli investimenti industriali sono destinati a salire solo marginalmente, un ulteriore segnale che le imprese sono caute quando si tratta di progetti di espansione aziendale.
"L'indagine nel frattempo sottolinea una mancanza di "pricing power" tra le imprese nel prossimo anno, con il tasso previsto di inflazione dei prezzi alla produzione al livello più basso dal giugno 2013".



 


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