Il Jobs Act puo' essere solo una premessa. Serve molto di piu'
Carella (Manageritalia): Stiamo arroccandoci sulla difesa di un lavoro che non cè più e non stiamo lavorando per il lavoro futuro.
Il Jobs act è solo un punto di partenza della rivoluzione che serve
Stiamo sprecando tempo e non puntiamo su quello che serve per riprendere a crescere: un nuovo lavoro, settori ad elevata tecnologia e valore aggiunto, competenze dei nostri lavoratori.
Serve un nuovo lavoro fatto di elevate conoscenze e competenze, profondamente diverso e mutevole nei modi di esprimersi.
Stiamo ancora discutendo di art.18, cassa integrazione ecc., mentre il lavoro di chi produce alto valore, è lontanissimo dai nostri contratti, norme e prassi.

Basti pensare che il lavoro futuro, ma già quello di oggi, passa da tempo fisso (9-18) a tempo illimitato, da ufficio e/o azienda a dovunque, da posto fisso a lavoro customizzato, da gelosia a condivisione del sapere, da focalizzazione sulla conoscenza a quella sulla capacità di imparare a imparare.
Insomma, questa è la sola e vera riforma e rivoluzione che può riportarci ai piani alti della creazione del valore nell'economia globale.
Pena un inesorabile atterraggio violento ai piani bassi anche per redditi e occupazione.
Ma questo non basta.
Dobbiamo puntare su settori ad elevata tecnologia e valore aggiunto.
Mentre stiamo ancora discutendo di finanziamenti a pioggia, cassa integrazione per aziende senza futuro e art.
18, la crescita del Pil e dell'occupazione nel mondo la fanno quei settori che noi ignoriamo.
Secondo un rapporto di The Work Fundation, in UK, tra il 2002 e il 2008, il 6% delle aziende, quelle ad elevato tasso di crescita e high tech, ha creato il 50% dei nuovi lavori.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
