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12/11/2014

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Paese che vai, curriculum che trovi. Come prepararlo al meglio

Soave (Hays): Vietati i CV più lunghi di una pagina per chi cerca lavoro in Nord America. Si a foto del candidato in Germania, Francia e nei Paesi asiatici. E per chi cerca lavoro in Cina, meglio evitare ostentazioni

Sempre più frequentemente si sente parlare di “fuga di cervelli” all’estero o di professionisti che, stanchi del mercato italiano, decidono di affrontare una nuova avventura professionale in un paese straniero. “Se si sta considerando un trasferimento all’estero per dare una svolta alla propria carriera è importante tenere presente che il formato, la struttura, la formattazione e i contenuti di un CV variano sensibilmente da Paese a Paese”, spiega Carlos Manuel Soave, Managing Director Hays Italia. “Così come ogni curriculum e ogni lettera di presentazione necessita di alcuni piccoli accorgimenti, in funzione del ruolo o alla società per cui ci si sta candidando, allo stesso modo è importante modificare il proprio CV in base al Paese in cui ci si vorrebbe trasferire”.

Un curriculum in linea con le aspettative della Nazione a cui ci si sta rivolgendo è la prima occasione che un candidato ha per dimostrare non solo di avere grande spirito di adattamento, ma anche di aver compreso appieno quali sono i principali meccanismi che caratterizzano il nuovo - papabile - ambiente lavorativo.

Lo scopo di un CV, ovviamente, è quello di evidenziare agli occhi di chi si sta occupando della selezione quali caratteristiche di un candidato lo rendano idoneo per ricoprire una determinata posizione. Ci sono informazioni classiche che devono essere riportate, indipendentemente da quale parte del mondo si sta prendendo in considerazione per cercare un nuovo impiego. Per esempio, non bisogna mai omettere i dettagli per essere ricontattati (sia telefonici sia online), il percorso accademico, un breve riassunto delle precedenti esperienze lavorative e le competenze acquisite. Se si sta facendo domanda per ricoprire un ruolo con funzione internazionale, andrebbe inoltre indicato se si è in possesso – o meno - di un permesso di lavoro.  

Resume o CV?

 

Qual è la differenza? In molte Nazioni Resume o CV sono due parole assolutamente intercambiabili, anche se, in Nord America con il termine CV si intende esclusivamente un documento scritto da un ricercatore, un educatore o un accademico.

 

Lunghezza

 

La lunghezza del CV varia notevolmente nelle diverse Nazioni.

Nel Regno Unito, per esempio, un CV di una o due pagine è considerato appropriato, mentre in Nord America, non è mai superiore ad una singola pagina. In Russia, al contrario, un CV standard contiene un’ampissima quantità di informazioni ed esperienze lavorative altamente dettagliate, come in Grecia, dove si possono trovare curriculum lunghi fino a 5 pagine. “Se l’obiettivo è quello di attestarsi su di un CV di due pagine – afferma Soave – è meglio non cedere alla tentazione di ridurre la grandezza del carattere utilizzato. Meglio menzionare, piuttosto, solo quei contenuti davvero rilevanti, assicurandosi di mettere bene in evidenza i propri punti di forza”.  

Fotografie

 

Quando si fa domanda per un lavoro nel Regno Unito o nel Nord America, non è necessario allegare alcuna fotografia al proprio CV. Questo perché i datori di lavoro cercano in ogni modo di non contravvenire alle numerose leggi contro la discriminazione. La situazione è diversa, invece, in Germania, Francia e in molti Paesi asiatici, dove uno scatto del primo piano del candidato è invece molto apprezzato.


Nelle altre Nazioni sta alla discrezione del candidato inserire o meno una propria immagine di accompagnamento. Attenzione però al tipo di fotografia utilizzata, che deve essere formale e il più professionale possibile: vanno bandite quelle scattate nel tempo libero - ad esempio in costume da bagno in spiaggia - o in altre ambientazioni poco inerenti al mondo del lavoro.  

Informazioni sensibili

 

In particolar modo in Asia è comune che le aziende e i responsabili della selezione si aspettino di trovare nel CV informazioni sensibili e personali come religione, stato di salute, genere, etnia, stato civile ed età del candidato. Questo non è assolutamente necessario nella maggior parte dei paesi europei o nord americani.  

Educazione

 

Indipendentemente dal Paese in cui si vorrebbe lavorare, è bene che il percorso di studi intrapreso sia chiaro e ben delineato, anche se il livello di dettagli richiesti può variare. Per esempio, in Cina è bene porre l’enfasi più sui titoli di studio ottenuti, piuttosto che sulle l’esperienze o le competenze acquisite.




Dato che titoli accademici e percorsi scolastici differiscono da Paese in Paese, potrebbe essere davvero utile fornire l’equivalente locale del proprio titolo di studi, così che chi si sta occupando della selezione possa comprendere immediatamente il livello di educazione del candidato. In alcuni Paesi al candidato può venire richiesto una copia del certificato cartaceo che attesti gli studi compiuti. “E non va dimenticato infine – aggiunge Soave – che in molti Paesi le possibilità di ottenere un permesso di soggiorno lavorativo, variano considerevolmente in base al tipo di titolo di studio conseguito”.  

 

 

Hobby e interessi personali

 

La sezione del CV dedicata agli “Interessi personali” è un altro importante strumento a disposizione dei candidati. Hobby vicini al paese o all’azienda in cui si vuole lavorare possono, a volte, fare la differenza: per esempio, nel caso di selezione con un’azienda giapponese, aumenteranno le chance per quei professionisti che vantano una passione per la preparazione del Sushi o per gli appassionati di letteratura nipponica.


“Includere hobby generici con una scarsa relazione con il ruolo per cui si sta facendo domanda o il Paese in cui ci si vorrebbe trasferire è a discrezione del candidato” continua Soave. “In alcuni Paesi come in Germania, per esempio, le Risorse Umane considerano gli interessi personali come inutili. Se si decide quindi di includerli, è bene mantenere un basso profilo”.  

Tono


In Nord America, le aziende esigono che dal CV emerga una chiara dimostrazione della forza del candidato, delle sue ambizioni, dei suoi traguardi e di come è riuscito a raggiungere determinati obiettivi. Il tono deve essere quindi battagliero e fiero. Nel Regno Unito, invece, il CV è più visto come uno strumento di marketing per “vendere se stessi”. Si raccomanda, pertanto, di utilizzare parole come “contribuito, negoziato e ho dimostrato” per evidenziare le proprie esperienze passate. All’opposto, in Cina, il tono dovrebbe essere molto più modesto, evitando qualsiasi tipo di ostentazione o vanteria.




 

Cronologia e formattazione

 

Particolare attenzione va posta all’ordine da seguire nel CV, cronologico o a ritroso. Ci sono Paesi che hanno specifiche preferenze riguardo alla tipologia di formato considerato più corretto ma, nel caso in cui non ci siano indicazioni, la raccomandazione migliore è quella di redigere il CV partendo dall’esperienza più recente e andando a ritroso. Un errore in cui molti cadono riguarda la dimensione standard dei fogli di carta più comunemente usati, che possono variare. Ad esempio, in America del Nord, lo standard è 8 ½ x 11 pollici, mentre quello europeo è 210 x 297 mm, il famoso A4. “Quando stiamo per inviare un CV via mail è bene salvarlo, adattandolo al formato più utilizzato nel Paese di ricezione”, consiglia Soave. “Salvando poi il file in formato pdf, avremo la certezza che le impostazioni di formattazione prescelte non vadano perse”.  

Lingua


È bene sapere che, se ci si sta candidando per ricoprire in una posizione in una multinazionale, il minimo che ci si aspetta dal candidato è di parlare correttamente il linguaggio del paese in cui l’azienda ha sede e il linguaggio degli affari (solitamente l’inglese o in alternativa la lingua del paese in cui ha sede il quartier generale aziendale).


Il CV andrà redatto in entrambe le lingue e, probabilmente, durante il colloquio verranno testate le conoscenze linguistiche del candidato.

 

Come inviare il proprio CV

 

Internet e il livello tecnologico è un elemento che varia (e di molto) nelle diverse Nazioni: è bene, quindi, assicurarsi di salvare il CV in un formato ampiamente riconosciuto - come Microsoft Word o in PDF - e inviarlo come allegato ad una e-mail. Inoltre, in alcuni paesi come in Germania, i datori spesso richiedono di ricevere anche una copia del CV cartaceo.  

 


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