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15/10/2014

economia

Domanda di mutui: +14,7% a settembre e +11,8% nei primi 9 mesi dell'anno

Capecchi (CRIF): Complessivamente gli italiani sembrano essere ancora fortemente condizionati dalla perdurante situazione di incertezza del quadro macro economico. Solamente 4 immobili su 10 siano acquistati con il supporto di un mutuo

Il mese di settembre ha nuovamente fatto registrare un segno positivo relativamente al numero di richieste di mutui presentate dalle famiglie italiane (istruttorie formali, quindi, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), con un +14,7% rispetto allo stesso mese del 2013. Si conferma pertanto il trend positivo iniziato a luglio dello scorso anno, quando si era manifestata l’inversione di tendenza dopo il crollo verticale del biennio precedente. In termini aggregati, prendendo in esame i primi 3 trimestri dell’anno in corso, il numero di richieste di mutui si è assestato su un incoraggiante +11,8% rispetto allo stesso periodo del 2013, confermando un percorso di recupero, lento ma costante, rispetto agli anni precedenti. Nella prima tabella sono riportate le variazioni percentuali mensili relative al numero delle domande di mutui contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF. Le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.

La seconda tabella evidenzia l’andamento aggregato nei primi 9 mesi dell’anno a confronto con le rilevazioni degli anni precedenti: se il dato aggregato fornisce una ulteriore conferma del ritrovato interesse da parte degli italiani a richiedere un finanziamento per l’acquisto dell’abitazione, è oltremodo evidente quanto sia ancora profondo il gap rispetto al triennio 2011-2013. In altre parole, il dato positivo si sta consolidando mese dopo mese ma la strada per tornare sui livelli “normali” è ancora decisamente lunga.  

La crisi si fa sempre sentire

 

“Complessivamente gli italiani sembrano essere ancora fortemente condizionati dalla perdurante situazione di incertezza del quadro macro economico, con l’uscita dalla crisi che continua ad essere rinviata. D’altro canto, un tasso di disoccupazione costantemente elevato, con quella giovanile che si è assestata su livelli impressionanti, deprime la fiducia delle famiglie e ne limita la propensione ad elevare i consumi o ad investire sull’acquisto dell’abitazione”, commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF.

“Un segnale inequivocabile di questa dinamica è rappresentato dal fatto che solamente 4 immobili su 10 siano acquistati con il supporto di un mutuo, preferendo attingere, ove possibile, ai risparmi accumulati o ricorrendo al supporto del nucleo familiare”. Un altro dato significativo che emerge dall’analisi mensilmente condotta da CRIF è rappresentato dall’importo medio dei mutui richiesti, che nei primi 9 mesi dell’anno in corso si è mantenuto su un valore più contenuto, pari a 124.199 Euro, ben lontano dai 127.685 Euro del pari periodo 2013 e ancor di più dai 131.576 Euro dei primi 9 mesi del 2012. Per altro il trend appare in marcata contrazione da quattro anni a questa parte, sia in virtù della consolidata prudenza da parte delle famiglie, che tendono a richiedere il finanziamento minimo indispensabile per rendere il peso delle rate il meno possibile gravoso, sia della progressiva riduzione del prezzo degli immobili residenziali.  

La fascia di importo richiesta è sempre di 100-150 mila euro

 

La dinamica rilevata risulta coerente anche analizzando la distribuzione delle domande in funzione dell’importo: nei primi 9 mesi del 2014, infatti, si registra un aumento solo per le fasce al di sotto dei 100.

000 Euro; in particolare la fascia inferiore ai 75.000 Euro è cresciuta di 1,6 punti percentuali rispetto al pari periodo 2013 (arrivando ad una quota pari al 28,3% del totale), mentre quella tra i 75 e i 100.000 Euro ha fatto registrare un aumento più contenuto, pari a 0,4 punti percentuali. La fascia di importo preferita dagli italiani si conferma essere quella compresa tra i 100 e i 150.000 Euro, con il 28,5% delle domande di mutuo, seppur in calo di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 

Parallelamente si consolida il trend relativo alla durata dei mutui richiesti, con la classe compresa tra i 25 e i 30 anni che risulta essere ancora una volta la preferita dagli italiani, con una quota pari al 27,5% del totale, anche in questo caso nel tentativo di trovare una soluzione maggiormente sostenibile rispetto al reddito disponibile. Relativamente all’età dei richiedenti, infine, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al 34,5% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (27,7%). Evidentemente le già citate condizioni di precarietà lavorativa che stanno coinvolgendo le fasce di popolazione più giovani, che sono anche quelle che tipicamente devono soddisfare l’esigenza di acquistare un’abitazione, spiega la perdurante debolezza della domanda.


È quindi plausibile che una più consistente ripresa del comparto potrà consolidarsi solamente quando il mercato del lavoro mostrerà solidi segnali di ripresa e i redditi disponibili riprenderanno a crescere. “Alla luce dello scenario che si è consolidato in questi ultimi mesi, per il prossimo futuro è plausibile che gli italiani continueranno a richiedere mutui di importo più contenuto rispetto al passato e con piani di rimborso più lunghi, privilegiando il tasso variabile e quello tasso variabile con cap. Al contempo, in virtù della progressiva riduzione degli spread applicati dagli Istituti si dovrebbe rafforzare ulteriormente la domanda di surroghe da parte dei mutuatari esistenti – conclude Capecchi.  


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