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24/09/2014

marketing

Apple, iPhone, iPad, Watch e Pay: quello che i tecnici non hanno capito

L'azienda ha un obiettivo: vendere. I prodotti hanno tecnologia e design. E li sanno mostrare

L'ultima presentazione di Tim Cook in relazione alla presentazione dei nuovi Apple iPhone 6 è stata giudicata in modo molto controverso.
Chi segue la tecnologia parla di prodotti non del tutto innovativi, chi segue il business è rimasto deluso e l'andamento del titolo in Borsa lo dimostra.
Indipendentemente dall'attesa e dalla richiesta, ma anche dai primi dati dei preordini, dalla vicenda Apple c'è molto da imparare.
In primo luogo la presentazione: sebbene non si tratti di una sfilata di moda, ha il medesimo glamour, con la differenza che pare di stare a un concerto rock! Il pubblico è eccitato a prescindere dal fatto che il telefonino sia "il migliore, più bello, incredibilmente innovativo" rispetto ai modelli precedenti.
Apple conosce i propri clienti e sa due cose molto bene: sono fedeli, tanto da essere dei testimonial, e sono convinti che ci sia una superiorità rispetto alla concorrenza.
Indipendentemente da tutto, Apple asseconda assolutamente questi due pilastri, evitando di parlare di concorrenza se non si è nettamente superiori e mostrando l'innovazione che è necessaria.


Poco importa se i pagamenti via telefono sono disponibili da tempo, anche in Italia; poco importa se una settimana prima tante aziende hanno mostrato i loro smartwatch, poco importa se solo oggi Apple arriva a creare smartphone con schermi generosi. Apple sa che la corsa non è sui 100 metri, ma è una maratona, anche se la distanza sta diminuendo e quindi la durata di gara/prodotti si è accorciata.
Apple presenta i prodotti che i clienti Apple si aspettano e li realizza curando ogni dettaglio estetico dell'involucro, oltre che a livello di funzionamento. Quello che differenzia Apple dagli altri costruttori di smartphone non è solo il design o il numero di App, ma la semplicità d'uso.
In pochi analisti hanno notato una cosa. Apple, sotto la guida di Steve Jobs aveva sei linee di business: computer, telefonini, tablet, device musicali e store di contenuti e software. In questi giorni l'azienda ha di fatto relegato gli iPod a un ruolo marginale, introducendo due linee nuove: wearable e pagamenti elettronici.
Non è un'innovazione da poco, perché stiamo parlando di due mercati in fase di espansione.

Non conta quanto buono sia il prodotto/servizio, conta quanto verrà percepito dal mercato.
I margini nell'elettronica di consumo scendono per tutti, i mercati si stanno saturando e Apple offre nuovi prodotti e si apre ad altre strade. Il fatto che poi abbia successo o no, in termini di studio di marketing, in questa fase è irrilevante, ci sarà tempo per studiare cosa è accaduto. In questa fase conta capire quello che sta succedendo e che impatto avrà sul mercato e sui competitor.
C'è da riflettere anche su un altro aspetto, sempre valutando le vendite: Apple ha il 20% del mercato, malcontato, ma è un mercato premium, dove i margini sono ben differenti rispetto a quelli dei concorrenti e anche solo tenere le quote di mercato in questo momento, è un'impresa. Eppure Apple ci prova, rinnega messaggi del passato come la dimensione dello schermo che non sarà più adatta solo all'uso con una sola mano, ma poco conta. Interessa vendere prodotti percepiti come di valore a un vasto pubblico. Apple ha dato una lezione a tutti, solo che la maggior parte delle persone hanno guardato il dito e si sono fermati a scrutare le pieghe, invece c'era una splendida luna da guardare.


 Per il resto c'è la storia, ma con questa presentazione Apple ha scritto un pezzettino di storia di business perché, non dimentichiamolo, è uno dei brand a maggior valore in Borsa e uno dei brand più amati al mondo. Quante aziende, in una posizione di forza, sono disponibili a intraprendere nuove strade?

Se volete, discutiamone qui @gigibeltrame


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