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23/07/2014

economia

Una via italiana al credito in un contesto che la crisi ha reso piu' solidale

Stati Generali del Credito alle Famiglie: Banche e finanziarie, cittadini e Istituzioni per la prima volta insieme a confronto sul tema del credito

Per la prima volta si sono ritrovati insieme, convocati per una giornata di riflessione sul tema del credito alle famiglie (credito al consumo e mutui immobiliari), le banche gli intermediari finanziari, le Associazioni della società civile, le Associazioni dei consumatori e le rappresentanze del mondo del commercio e dell’industria, e i rappresentanti del Governo e del Parlamento. È il primo importante risultato degli Stati Generali del Credito alle Famiglie che si è svolto a Roma. Promossi da Assofin (Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare), gli Stati Generali del Credito alle Famiglie hanno ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell'Assessorato Roma Produttiva di Roma Capitale. Questa prima edizione degli Stati Generali del Credito alle Famiglie è stata preceduta da un intenso lavoro di preparazione e di dialogo che ha coinvolto, accanto all’industry finanziaria e creditizia, un ampio numero di organizzazioni rappresentative dei consumatori, della società civile, del mondo del commercio e della produzione e della Società Civile.



Da un apposito questionario destinato agli stakeholders (i cui risultati sono stati sintetizzati dal prof. Stefano Cosma nello studio Le Antinomie del Credito alle Famiglie) e una indagine tra le famiglie italiane (realizzata da GfKEurisko per Assofin) sono emersi importanti spunti di riflessione utili a migliorare il mercato del credito rendendolo più efficiente ma anche più “giusto”. Di seguito le principali evidenze emerse.

 

La “via italiana” del credito alle famiglie dopo la crisi e puntando alla ripresa

 

Dal lavoro di preparazione degli Stati Generali è emersa una relazione “più adulta” tra cittadini-consumatori e l’industria del credito che è andata formandosi in questi anni e che risponde alla richiesta di un rapporto “alla pari” tra domanda e offerta. Emerge una percezione del credito e della relazione fra domanda e offerta più dialettica e meno conflittuale. ï‚· Il credito è una opportunità in grado di migliorare lo stato di benessere purché si tenga conto delle finalità per il quale è destinato.

Credito come opportunità e richiamo ad uno stile di vita adeguato ed equilibrato sono le due anime che convivono nelle percezioni e nei valori espressi. Il credito è quindi un’opportunità positiva se risulta “funzionale” alla realizzazione dei progetti esistenziali della famiglia. ï‚· Il credito è una responsabilità personale. Il cittadino-consumatore è titolare di una inviolabile libertà nelle proprie decisioni di acquisto e consumo. L’autonomia decisionale è rivendicata senza esitazioni (il 72% degli italiani ritiene di non dover essere sottoposto a verifica della motivazione e finalità del credito richiesto) anche se agli operatori è richiesto di intervenire per evitare un indebitamento non sostenibile sotto un profilo finanziario. ï‚· Nel processo di valutazione del merito creditizio assume sempre più rilevanza la dimensione reddituale e comportamentale del singolo rispetto ad aspetti statici quali il patrimonio o le garanzie; questo trova conferma nella survey svolta tra i cittadini-consumatori. ï‚· La gestione del credito verso un’impostazione più solidale. Accanto all’affermazione che il credito debba rimanere una responsabilità individuale, da più parti si vede favorevolmente l’introduzione di un modello che prevede una condivisione dei rischi, una ripartizione dei costi relativi ed una presa in carico collettiva delle conseguenze in caso di mancato rimborso.


Un forte messaggio in termini di solidarietà e tutela che scaturisce da una visione della società ancora compatta e basata sul supporto reciproco che, tuttavia, va dato a chi abbia mantenuto un comportamento corretto e responsabile. Tra i cittadini intervistati, 8 intervistati su 10 ritengono che tutti dovrebbero pagare un poco di più per garantire chi si trova in difficoltà purché questa non dipenda da comportamenti irresponsabili o, in qualche modo, “leggeri”:

Il credito e la ripresa economica. La crescita dei consumi è certamente essenziale per la ripresa; il credito è uno strumento che usato con intelligenza può fornire supporto compensando eventuali squilibri temporanei ma non deve coprire deficit di reddito strutturali. In questo senso è interessante notare che tra gli eventuali interventi per favorire la ripresa economica, il 42% degli italiani ritiene che il credito debba essere incentivato e facilitato per restituire alle famiglie il potere d’acquisto e favorire la ripresa dei consumi mentre solo il 9% ritiene che il credito debba essere disincentivato e frenato per adottare tutti uno stile di vita più sobrio e misurato.


ï‚· Tutele normative più funzionali e trasparenti. Sul fronte delle tutele normative l’attuale disciplina di trasparenza presenta ampi margini di miglioramento; la numerosità ed il dettaglio delle informazioni obbligatorie, la lunghezza e la complessità dei contratti, certo utili ai fini della completezza giuridica allontanano però l’obiettivo prioritario di fornire all’individuo gli elementi essenziali per formulare una scelta consapevole ed informata. Ferma restando la necessità di non ridurre le attuali tutele per il consumatore occorre trovare il modo di fornire in modo efficiente e fruibile le informazioni necessarie a selezionare la migliore opzione di finanziamento. In questo quadro si colloca anche una riflessione, sul ruolo che tutti riconoscono, stante la ridotta cultura creditizia degli italiani, all’educazione finanziaria di cui tutti auspicano il rafforzamento e lo sviluppo. In sintesi, dalle ricerche effettuate tra gli stakeholders ma anche sentendo direttamente i cittadini-consumatori, emerge la ricerca di “una via italiana” al credito in cui la responsabilità ed il rating individuali sono “addolciti” e resi più umani dall’attenzione alla comunità, alla coesione sociale, alla solidarietà (che deve, tuttavia, essere ben meritata).




 


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