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16/07/2014

economia

Continua la contrazione dei prestiti: -6,9% nel I semestre 2014

Capecchi (CRIF): Il trend non sorprende affatto, considerate le difficoltà che ancora coinvolgono circa 9 milioni di italiani, alle prese con una situazione di perdurante disagio occupazionale

La congiuntura è quella che è, e il Barometro CRIF evidenzia il perdurare di un momento difficile per le famiglie che richiedono prestiti. Questi (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) per il mese di giugno hanno fatto registrare una contrazione del -6,1% rispetto allo stesso mese del 2013, con la conferma di un segno negativo che perdura senza discontinuità da oltre un anno. Anche a livello aggregato, relativamente ai primi 6 mesi dell’anno in corso, si conferma la medesima dinamica negativa, con una flessione in questo caso pari a -6,9% rispetto al corrispondente periodo del 2013. La contrazione della domanda appare però ben più consistente se confrontata con il 2009 e 2010. Entrando maggiormente nel dettaglio, il numero di richieste relative ai soli prestiti finalizzati nel I semestre dell’anno ha fatto segnare un calo del -9,6% rispetto al pari periodo del 2013. Relativamente ai prestiti personali, invece, si conferma un decremento più contenuto, pari a -3,7% rispetto ai primi 6 mesi dello scorso anno.

Il grafico evidenzia l’andamento della domanda di prestiti totali (sempre considerando i dati ponderati sui giorni lavorativi) a partire dall’inizio del 2009, quando la crisi economica stava cominciando a far sentire i suoi effetti: la flessione che si registra rispetto agli anni precedenti riguarda in particolare le richieste di prestiti finalizzati, che hanno risentito maggiormente del progressivo consolidamento delle difficoltà delle famiglie e della conseguente inevitabile prudenza nella gestione delle spese non considerate strettamente indispensabili, specie per l’acquisto di beni durevoli o di quelli più costosi, in primis l’auto. Anche relativamente alla domanda di prestiti il Barometro CRIF propone un approfondimento sull’importo medio richiesto: nei primi 6 mesi dell’anno in corso, nel complesso dei prestiti personali più finalizzati, l’importo medio delle richieste è stato pari a 7.935 euro, ben distante rispetto agli 9.588 euro rilevati nel 2007, prima dello scoppio della crisi. Peraltro, la distribuzione delle richieste di prestiti personali + finalizzati nel primo semestre dell’anno vede la concentrazione di 1 richiesta su 2 nella fascia di importo inferiore ai 5.

000 euro, a conferma del tentativo da parte dei consumatori di cercare soluzioni in grado di pesare il meno possibile sul reddito disponibile. Entrando maggiormente nel dettaglio, nel I semestre 2014 per i prestiti finalizzati l’importo medio è stato pari a 4.952 euro (contro i 7.394 euro del pari periodo 2007) mentre per i prestiti personali si è assestato a 11.248 euro, in lieve contrazione rispetto al valore rilevato nel I semestre 2013 (quando era risultato pari a 11.324 euro) ma ben distante dai 12.781 euro registrati nel pari periodo 2007. Prendendo in considerazione la distribuzione per fasce di importo, da gennaio a giugno 2014 tra le richieste di prestiti finalizzati la classe prevalente si conferma essere quella inferiore ai 5.000 euro, con una quota pari al 69,2% del totale, mentre sul fronte dei prestiti personali, la fascia di importo più contenuto ha rappresentato la quota predominante, con il 28,9% del totale, seguita dalla fascia tra i 5.000 e i 10.000 euro, con una quota del 28,3%. Infine, relativamente alla durata dei prestiti richiesti (nell’aggregato di prestiti personali + finalizzati), nei primi 6 mesi del 2014 le preferenze degli Italiani si sono concentrate nella classe superiore ai 60 mesi, con il 21,5% del totale (in ulteriore, seppur lieve, crescita rispetto al corrispondente periodo 2013).


Relativamente ai prestiti personali, la preferenza per la classe di rimborso più lunga ha caratterizzato addirittura il 39,3% delle richieste. “L’andamento delle richieste di credito rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare tempestivamente il polso alle famiglie e valutare il loro livello di fiducia nei confronti del futuro e la propensione ad impegnarsi nell’investimento per la casa o per l’acquisto di beni durevoli o di costo più elevato”, commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF. “Il trend che ha caratterizzato il I semestre dell’anno non sorprende affatto, considerate le difficoltà che ancora coinvolgono circa 9 milioni di italiani, alle prese con una situazione di perdurante disagio occupazionale. In particolare, la mancata crescita dei redditi reali e la conseguente contrazione del potere d’acquisto hanno ulteriormente indotto le famiglie ad adottare un approccio estremamente cauto e a rinviare gli acquisti e gli investimenti non considerati strettamente indispensabili”.  


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