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18/06/2014

economia

Verso la fine della bassa volatilita’

Cherif (Credit Suisse): Anche se dovrebbe restare contenuta nel 2014, potrebbe comunque impennarsi, soprattutto dopo l'estate, man mano che la politica monetaria USA diventa sempre meno espansiva

Negli ultimi mesi, la volatilità implicita (la volatilità dei titoli dovuta ai prezzi delle opzioni) è scesa verso i minimi storici in molte classi di attivi, indicando una riduzione dei rischi sui mercati finanziari. La volatilità implicita (VI) può essere considerata come il prezzo da pagare per assicurarsi dal rischio di mercato e può differire dal livello della volatilità di mercato effettiva. A nostro avviso, le condizioni macroeconomiche possono spiegare il lungo periodo di bassa volatilità implicita diffusa. La VI è determinata soprattutto dallo squilibrio tra offerta e domanda di protezione. Con la diminuzione dei rischi sistemici a livello globale, la stabilità della crescita economica e condizioni monetarie espansive, gli investitori hanno acquistato meno protezione, facendo un maggiore ricorso alla leva finanziaria, e vendendo opzioni per generare rendimenti, spingendo quindi in flessione la VI.  

È imminente la fine della bassa volatilità?

 

La volatilità generale dei mercati dovrebbe restare contenuta nel 2014, in considerazione del nostro scenario di pressioni inflazionistiche favorevoli, di politiche espansive delle banche centrali e di una buona crescita economica.

Tuttavia, la volatilità implicita potrebbe comunque impennarsi, soprattutto dopo l’estate man mano che la politica monetaria USA diventa sempre meno espansiva. In prospettiva, crediamo che la volatilità implicita e quella effettiva abbiano raggiunto un livello di minimo e che gli investitori debbano prepararsi un suo incremento, in linea con le passate esperienze in tema di normalizzazione della politica monetaria. Il VIX segu tradizionalmente il livello dei tassi d’interesse reali USA a breve con uno scarto di circa due anni. In assenza di esiti eccezionali sulle prospettive economiche e/o politiche (inflazione e stretta monetaria vs. deflazione e recessione), crediamo che un aumento della volatilità sarà graduale e moderato. Tuttavia, dal momento che i tassi reali sembrano aver raggiunto un punto di minimo nella primavera del 2013 e sono ora in aumento, la volatilità potrebbe ripartire al rialzo con un nuovo regime già nel 2015.

 

Vendere volatilità non è più interessante; le coperture appaiono più attraenti

 

In questo scenario, consigliamo di evitare di vendere volatilità.


Fino ad ora, le cosiddette strategie di short volatility hanno realizzato buoni risultati, ma ai livelli attuali crediamo che il profilo di rischio/rendimento di tali operazioni sia poco interessante. Piuttosto, consigliamo di sfruttare l’attuale scenario di bassa volatilità implicita per coprire l’esposizione degli attivi rischiosi. In termini di portafoglio, acquisire un’esposizione alla volatilità attraverso le opzioni può ad esempio anche compensare la sottoesposizione del reddito fisso core e ridurre il potenziale di ribasso dei singoli attivi rischiosi.  

Karim Cherif, Cross Asset and AI analysis Credit Suisse

 


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