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21/05/2014

economia

Il rischio sui tassi d’interesse potra’ causare uno spostamento verso l’azionario

Secondo l’indagine RiskMonitor di Allianz GI, gli investitori prevedono di aumentare l’allocazione in azioni e le strategie alternative nel corso del 2014, mentre il rischio sui tassi di interesse li allontana dal comparto obbligazionario

Alla ricerca di maggiori rendimenti, gli investitori istituzionali a livello globale prevedono di ridefinire l’allocazione dei loro portafogli nei prossimi 12 mesi, incrementando l’esposizione verso gli investimenti azionari e alternativi a discapito dei titoli sovrani dei mercati sviluppati. Questa è l’evidenza principale che emerge dall’ultima edizione del sondaggio RiskMonitor condotto da Allianz Global Investors: circa il 30% degli investitori intervistati ha risposto di voler incrementare l’allocazione verso i mercati azionari internazionali, mentre solo il 6% prevede di ridurre tale posizione.
Anche i mercati azionari emergenti sono nella “buy list” del 25% degli intervistati, mentre l’8% prevede di ridurre la quota verso questo comparto. L’interesse degli investitori verso il mercato azionario domestico rimane positivo, sebbene inferiore, con il 21% dei rispondenti che prevede di incrementare tale esposizione ed il 15% che intende al contrario diminuirla. Più nel dettaglio, lo studio mostra come anche gli investitori istituzionali che non intendono ridurre l’allocazione verso il comparto obbligazionario probabilmente incrementeranno la quota verso i mercati azionari globali ed emergenti.


Elizabeth Corley, CEO di AllianzGI commenta così le evidenze del sondaggio: “Nonostante negli ultimi due anni si sia molto parlato di «grande rotazione», i passi concreti compiuti dagli investitori istituzionali in tale direzione restano ancora limitati, per avversione al rischio o inerzia. Il nostro sondaggio suggerisce come gli investitori mostrino un interesse crescente verso gli asset rischiosi, soprattutto le azioni, e che grazie allo scenario macroeconomico più positivo intendano sfruttare il potenziale dei premi al rischio offerti dai mercati. In un contesto di tassi di interesse bassi risulta essenziale che gli investitori istituzionali definiscano una riallocazione dei portafogli verso le asset class rischiose, ed è positivo che il sondaggio confermi tale prospettiva almeno nelle intenzioni degli intervistati. Siamo fortemente convinti che oggi il maggior rischio per un investitore sia proprio non assumere alcun rischio”.

Si rafforza l’allocazione verso gli investimenti alternativi ma gli strumenti per il controllo del rischio sono limitati

L’esposizione degli investitori istituzionali verso asset class alternative probabilmente aumenterà nei prossimi 12 mesi.

Il 62% dei partecipanti al sondaggio ritiene infatti che gli investimenti alternativi possano adeguatamente sostituire le asset class azionarie ed obbligazionarie all’interno di un portafoglio bilanciato, e circa la metà ritiene che tali investimenti siano funzionali al contenimento della volatilità.
Gli investimenti in real estate, private equity e hedge funds sono quelli che con maggiore probabilità cresceranno nel portafoglio degli investitori: rispettivamente il 18%, il 15% ed il 14% degli intervistati afferma infatti di voler incrementare l’allocazione verso questi segmenti. Gli investitori prevedono inoltre di rafforzare l’esposizione verso il nuovo comparto del debito per investimenti in infrastrutture.
Gli investitori, tuttavia, riconoscono i limiti dei tradizionali strumenti per il controllo del rischio in relazione agli investimenti alternativi. In particolare, solo il 20% dei rispondenti ritiene che essi siano adeguati a misurare, valutare e gestire efficacemente i rischi posti dagli asset alternativi. Il sondaggio rivela che è soprattutto il segmento del private equity a mostrare i maggiori margini di miglioramento sotto tale profilo.



Secondo Arun Ratra, Head of Global Solutions di AllianzGI, “soprattutto per i clienti con passività a lungo termine, è fondamentale una maggiore diversificazione del portafoglio verso questi segmenti, che offrono rendimenti attraenti legati al premio di illiquidità. Le specificità delle asset class alternative richiedono un’approfondita comprensione dei singoli comparti, delle rispettive strategie di esecuzione e dei rilevanti quadri regolamentari. La nostra expertise nelle diverse asset class, combinata con gli strumenti proprietari di allocazione in funzione dello scenario, ci consentono di fornire ai clienti un quadro completo circa il rischio ed i rendimenti attesi che le strategie alternative possono apportare alla loro asset allocation”.

Il rischio sui tassi di interesse è la maggiore preoccupazione degli investitori, mentre diminuisce la percezione del tail risk

Oltre la metà dei rispondenti (il 57%) ritiene che il rischio sui tassi di interesse rappresenti il principale fattore di rischio, indicandolo come minaccia “elevata o considerevole” per la performance del proprio portafoglio nei prossimi 12 mesi.


In risposta, come strategia di risk management, il 65% dei partecipanti al sondaggio ricorre alla gestione della duration, il 59% menziona la diversificazione delle asset class e il 53% l’asset allocation dinamica.
Il tail risk - che nella precedente edizione del RiskMonitor era indicato come rischio principale - si è fortemente ridimensionato nella percezione degli investitori ed ora si posiziona in quarta posizione, riconosciuto dal 31% dei rispondenti come minaccia “elevata o considerevole”. Sette intervistati su dieci confermano di aver intensificato negli ultimi anni l’analisi del tail risk, ed il 60% ha adottato strategie di risk budgeting per gestirlo.

I tassi di riferimento nell’Eurozona: “più bassi, più a lungo”

I partecipanti al sondaggio in Europa non si attendono che i tassi di riferimento della Banca Centrale Europea ritornino in tempi brevi verso la media storica. Circa due terzi dei rispondenti ritengono che questo si verificherà solo dopo il 2016.
“Recentemente abbiamo assistito ad un dibattito sull’introduzione da parte della BCE di nuove misure non standard volte a contrastare le tendenze disinflazionistiche nell’Eurozona”, commenta Stefan Hofrichter, Chief Economist di AllianzGI.


“Crediamo che la BCE per il momento stia correttamente mantenendo un approccio di attenta osservazione, nonostante i bassi livelli di inflazione nell’Eurozona. L’inflazione probabilmente si manterrà bassa per un periodo prolungato – ci attendiamo un incremento graduale nei prossimi due anni, sino ad un livello leggermente inferiore al 2% entro la fine del 2016 – ed in questa fase non è atteso un cambiamento nei tassi di interesse da parte della BCE: questo scenario induce ulteriormente a sovrappesare gli asset rischiosi”.
L’outlook di Stefan Hofrichter potrebbe essere implementato agevolmente dagli investitori “unconstrained”, ma il 31% degli intervistati in Europa ritiene particolarmente onerosi gli impatti in termini di incremento delle riserve a copertura e di assorbimento patrimoniale, limitando l’esposizione degli stessi investitori verso le asset class più rischiose”.


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