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14/05/2014

economia

Crescita delle economie avanzate piu' solida, inflazione ancora contenuta

Eberhardt (Credit Suisse): I recenti dati provenienti dagli USA confermano un trend caratterizzato da una robusta crescita, ma è improbabile che l’inflazione aumenterà di molto. E la BCE va verso un allentamento

I dati economici nel corso del mese scorso sono stati ampiamente in linea con le nostre previsioni. Miglioramento dell’attività negli USA e in Eurolandia e stabilizzazione in una certa misura in gran parte dei mercati emergenti (ME). Negli USA i dati relativi a vendite al dettaglio e produzione industriale hanno confermato un rimbalzo dopo la debolezza invernale. Le business surveys in Eurolandia sono rimaste a un livello molto positivo, il che indica una stabile ripresa.
Di contro, mentre la crescita del PIL cinese nel 1Q ha registrato un rallentamento inferiore al previsto, sembra che la dinamica stia ancora evidenziando un indebolimento.

Verosimile un ulteriore miglioramento dell’economia USA

Visto il PIL molto contenuto nel 1Q, la nostra previsione di crescita del 3% per il 2014 nel suo complesso appare un po’ ambiziosa. Tuttavia, la crescita negli USA sembra chiaramente essere in una fase di accelerazione. Occupazione e redditi si stanno espandendo positivamente, il che dovrebbe continuare a sostenere le spese dei consumatori.

Sussistono altresì segnali che le spese in conto capitale delle società stanno aumentando. In questo quadro, con ogni probabilità la Fed procederà a una costante riduzione (tapering) dei suoi acquisti mensili di asset, e concluderà il programma a fine
2014.

Leggero rimbalzo dell’inflazione in Eurolandia, ma il trend è basso

La Banca centrale europea (BCE) ha segnalato di recente una forte propensione verso l’allentamento, compresa la possibilità di impiegare, dove necessario, strumenti monetari non convenzionali, come gli acquisti di asset. Sebbene la crescita in Eurolandia stia gradualmente migliorando, l’inflazione resta ben al di sotto del target di medio termine della BCE. Il nostro scenario di base prevede un incremento dell’inflazione ad aprile e maggio, soprattutto per via degli effetti di base. Se ciò non dovesse succedere o se, inaspettatamente, l’EUR dovesse apprezzarsi ancora di più rispetto all’USD, la BCE verosimilmente reagirebbe in modo piuttosto rapido, molto probabilmente tagliando il tasso di rifinanziamento.

Opzioni più radicali, come un tasso di deposito negativo o degli acquisti di asset, verrebbero adottate solamente se persistessero l’inflazione poco elevata e la solidità dell’EUR.

Ancora nessun allentamento sui mercati emergenti nonostante il rallentamento dell’economia cinese

Una serie di misure di inasprimento monetario ha fornito un sostegno alla stabilizzazione valutaria in alcune economie «fragili» dei ME (Brasile, India, Indonesia, Sudafrica e Turchia). Visto che la crescita è contenuta e l’inflazione mostra segnali di stabilizzazione, il ciclo di rialzi delle banche centrali sta per giungere al termine.
Tuttavia, dal momento che sussiste una certa «viscosità» dell’inflazione core, non riteniamo che le banche centrali procederanno ancora a un allentamento.
Tutto questo nonostante la dinamica ancora debole dell’economia cinese, che frena altri ME. Le nostre prospettive per la Cina restano prudenti. Sebbene i recenti dati siano un po’ migliorati, manteniamo la nostra previsione di crescita del PIL per il 2014 al 7,2% YoY, al di sotto del target ufficiale del 7,5%.


Inoltre intravediamo ulteriori rischi al ribasso; la flessione nel settore immobiliare, in particolare, potrebbe essere più accentuata. Per via delle limitazioni fiscali, prevediamo solamente un’azione limitata del governo di spinta alla crescita, oltre a ciò che è già stato annunciato (ad esempio, alcuni ulteriori investimenti infrastrutturali). Nel frattempo, il recente indebolimento dello yuan cinese dovrebbe fornire un certo sostegno al settore delle esportazioni.

Björn Eberhardt, Global Macro Research di Credit Suisse


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