Il divario di genere nelle retribuzioni e la diminuzione delle pensioni

Il divario di genere nelle retribuzioni e la diminuzione delle pensioni


Il divario di genere nelle retribuzioni in Italia è ancora significativo, con gli uomini che percepiscono mediamente il 28% in più rispetto alle donne. Nel frattempo, le pensioni previdenziali in calo segnalano un futuro incerto per i pensionati.

Il divario salariale di genere: un problema persistente

Secondo il Rendiconto Inps del 2023, le retribuzioni medie settimanali lorde degli uomini sono state di 643 euro, rispetto ai 501 euro delle donne. Questa differenza si nota anche nel settore privato, dove la retribuzione media giornaliera per le donne è di 77,6 euro, mentre per gli uomini è di 104,4 euro.


L'unico settore in cui le donne guadagnano di più è l'estrazione dalle cave e miniere, con 169,4 euro medi al giorno per le donne e 165,5 per gli uomini. Tuttavia, questo dato è probabilmente dovuto alla scarsa presenza di donne in questo settore.

Le pensioni previdenziali: una tendenza al ribasso

Nel 2023 sono state liquidate 837.399 pensioni previdenziali, in calo rispetto agli anni precedenti. Questa diminuzione è dovuta a diversi fattori, tra cui le nuove norme restrittive su alcuni strumenti di pensionamento anticipato, come Opzione Donna e Quota 100, e al sistema contributivo, ormai prevalente nel calcolo delle nuove pensioni. Roberto Ghiselli, presidente del Civ dell'Inps, ha sottolineato che la tendenza alla riduzione dei pensionamenti sarà ulteriormente accentuata nel corso dell'anno, in particolare per quanto riguarda Quota 103.


Lavoratori stranieri: una situazione complessa

Il Rendiconto Inps evidenzia anche le differenze salariali tra lavoratori comunitari ed extracomunitari. I primi percepiscono una retribuzione media settimanale di 582 euro, rispetto ai 385 euro degli extracomunitari. Anche tra gli extracomunitari si osserva una disparità di genere: le donne percepiscono in media 309 euro a settimana, mentre gli uomini 432 euro. Gli stranieri rappresentano il 10,7% degli occupati, ma superano il 25% tra i nuovi assunti. La situazione dei lavoratori stranieri è complessa e richiede un'attenzione particolare, soprattutto in termini di integrazione e parità di trattamento.


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