Continua il trend di discesa dell’inflazione nell’eurozona, e questo dovrebbe dare finalmente il via all’agognato taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, che avrebbe dovuto iniziare ormai da parecchi mesi, visto i danni che sta producendo all’economia dei vari Paesi.
Secondo la stima flash dell’Eurostat l'inflazione annuale nell'area euro dovrebbe attestarsi al 2,2% ad agosto 2024, in calo rispetto al 2,6% di luglio.
Considerando le principali componenti dell'inflazione nell'area euro, si prevede che i servizi avranno il tasso annuale più elevato ad agosto (4,2%, rispetto al 4,0% di luglio), seguiti da cibo, alcol e tabacco (2,4%, rispetto al 2,3% di luglio), beni industriali non energetici (0,4%, rispetto allo 0,7% di luglio) ed energia (-3,0%, rispetto all'1,2% di luglio). L’Italia ha fatto registrare un +0,2%, la Germania un +2,0% e la Francia un +2,2%. Vediamo più nel dettaglio la situazione nel nostro Paese.
Secondo quanto comunicato dall’Istat, le stime preliminari indicano che nel mese di agosto 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua, da +1,3% del mese precedente.
Il lieve rallentamento del tasso d’inflazione riflette in primo luogo l’ampliarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -6,0% a -8,6%) e dei Beni durevoli (da -1,2% a -1,8%), ma anche la decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,7% a +2,5%). Un sostegno alla dinamica dell’indice generale si deve invece all’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +11,7% a +14,0%) e, in misura minore, dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +2,9%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,6% a +1,8%).
Nel mese di agosto l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale a +2,0% (da +1,9% di luglio), e quella al netto dei soli beni energetici a +1,9% (da +1,8%).
Nel loro complesso, i prezzi dei beni accentuano il calo su base tendenziale (da -0,1% a -0,5%), mentre la dinamica dei servizi risulta in lieve accelerazione (da +3,0% a +3,2%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si accresce, portandosi a +3,7 punti percentuali (dai +3,1 di luglio).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +0,7% a +0,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto decelerano (da +1,8% a +1,1%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+3,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,9%, dovuto per lo più a fattori stagionali) e dei Beni alimentari lavorati (+0,9%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,0%) e dei Beni alimentari non lavorati (-0,6%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +2,2% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,1% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e aumenta dell’1,3% su base annua (in decelerazione da +1,6% di luglio).