La prospettiva di nuove tariffe statunitensi sulle importazioni europee, annunciate dopo le elezioni americane, ha contribuito a questa discesa. L'euro, che il 5 novembre valeva 1,09 dollari, ha perso terreno per tre settimane consecutive, chiudendo a 1,041 dollari. Ma la caduta potrebbe non essere finita.
Le previsioni degli analisti
Secondo Deutsche Bank, il mercato non ha ancora pienamente considerato l'impatto delle politiche di Trump, che includono nuove tariffe, restrizioni all'immigrazione e maggiori spese fiscali. La banca stima che solo il 30% di questo impatto sia "prezzato" dai mercati finanziari, suggerendo un possibile ulteriore deprezzamento dell'euro. L'analista prevede che la parità euro-dollaro potrebbe riflettere un impatto del 50%, con un potenziale calo maggiore in futuro. La situazione è resa ancora più critica dalla contrazione dell'attività economica nella zona euro, come evidenziato da un recente sondaggio PMI.
La BCE e le sue mosse
Il pessimo dato PMI, che ha mostrato un ritorno alla contrazione dell'attività economica a novembre, ha aumentato le aspettative di tagli ai tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Gli investitori prevedono una probabilità del 50% di un taglio di 50 punti base alla riunione di dicembre della BCE. Il tasso di deposito della zona euro è attualmente al 3,25%, dopo un taglio del mese scorso. L'attenzione si concentra ora sull'economia tedesca, tradizionalmente il motore della zona euro, e su quella francese, che si prevede rallenterà. Secondo Ballinger Group, la rottura del livello di 1,04 dollari aumenta significativamente il rischio di parità.
Un barlume di speranza?
La nomina di Scott Bessent a Segretario al Tesoro potrebbe offrire un piccolo spiraglio di speranza. Bessent, un gestore di hedge fund miliardario, è considerato una figura capace di introdurre gradualmente le nuove tariffe, mitigando l'impatto sull'euro.
L'ipotesi di un calo dell'inflazione, con conseguente diminuzione dei tassi di interesse e deprezzamento del dollaro, è però contrastata dalle previsioni di economisti che vedono le nuove tariffe come inflazionistiche, con conseguente aumento dei tassi e rafforzamento del dollaro. ABN Amro, infine, prevede la parità euro-dollaro nel corso del 2025.
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