L'inquinamento atmosferico causato da una cementeria in Egitto, alimentata da carbone importato dagli Stati Uniti, sta causando gravi problemi di salute pubblica e ambientali. Una situazione che evidenzia le complessità della transizione energetica globale e le responsabilità dei paesi esportatori di combustibili fossili.
Nella zona di Wadi al-Qamar, vicino ad Alessandria, la polvere nera proveniente dalla cementeria Alexandria Portland Cement Company (APCC), sussidiaria della greca Titan Cement, sta causando preoccupazione tra i residenti.
Secondo le testimonianze raccolte, ogni notte, particelle di polvere cadono dai camini della fabbrica. Mostafa Mahmoud, un negoziante del quartiere, afferma di vedere chiaramente la polvere sotto le luci della strada. Titan Cement, tuttavia, sostiene che le emissioni rientrano nei limiti di legge e che prevede di ridurre l'uso del carbone negli anni a venire. L'utilizzo di carbone importato è diffuso tra i produttori di cemento in Egitto e Nord Africa, con una crescente quantità proveniente dagli Stati Uniti, come dimostrano i dati sulle esportazioni americane.
La questione delle esportazioni di combustibili fossili è stata al centro del dibattito alla conferenza sul clima di Baku. Molti paesi chiedono una maggiore responsabilità da parte delle nazioni che esportano inquinamento, spesso verso nazioni in via di sviluppo.
L'accordo di Parigi del 2015 impone obiettivi di riduzione delle emissioni a livello nazionale, ma non per quelle generate dall'esportazione di combustibili fossili. Bill Hare, co-fondatore di Climate Action Tracker, evidenzia come molti paesi esportatori di combustibili fossili riescano a presentarsi come virtuosi a livello nazionale, mentre le emissioni esportate diventano problema di altri. Secondo i dati di Climate Action Tracker e International Energy Agency, le esportazioni di combustibili fossili statunitensi hanno causato oltre 2 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti nel 2022, pari a circa un terzo delle emissioni interne americane.
L'amministrazione Biden giustifica l'elevata produzione di combustibili fossili con la necessità di mantenere bassi i prezzi per i consumatori durante la transizione verso fonti di energia più pulite.
Ali Zaidi, consigliere per il clima di Biden, ha dichiarato che non c'è consenso sociale per un piano di decarbonizzazione che aumenti i prezzi al dettaglio. Questa situazione contrasta con le ambizioni climatiche statunitensi. Il boom delle estrazioni negli ultimi anni ha reso gli Stati Uniti il principale produttore mondiale di petrolio e gas, mentre le esportazioni di carbone sono aumentate per quattro anni consecutivi. Il maggior mercato di crescita per il carbone americano è il Nord Africa, con un incremento significativo delle esportazioni verso Egitto e Marocco.
L'industria del cemento egiziana dipende dal carbone importato da circa un decennio, a causa della scarsità di gas naturale. Gli Stati Uniti sono il principale fornitore dell'Egitto, seguiti dalla Russia.
Attivisti e associazioni ambientaliste criticano la decisione del governo egiziano di revocare il divieto sulle importazioni di carbone nel 2015, a supporto dello sviluppo economico. Uno studio pubblicato nel 2022 ha dimostrato l'aumento delle emissioni di particolato, biossido di azoto e anidride solforosa dopo il passaggio dal gas naturale al carbone, anche se entro i limiti di legge. Le emissioni di gas serra dell'Egitto sono aumentate di oltre un quinto nel decennio terminato nel 2022. Il governo si è impegnato a eliminare gradualmente l'uso del carbone, ma la mancanza di alternative, come i combustibili derivati dai rifiuti (RDF), rappresenta un ostacolo.
I residenti di Wadi al-Qamar sono impegnati in una lunga battaglia legale contro la cementeria APCC. Nel 2016, con il supporto dell'Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR), hanno chiesto l'annullamento di emendamenti alle normative ambientali che consentono alle industrie pesanti di utilizzare carbone.
Titan Cement afferma di aver effettuato investimenti per il controllo dell'inquinamento e di pianificare la riduzione dell'utilizzo del carbone. La vicenda evidenzia il difficile equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. La decisione del tribunale è attesa a dicembre, ma la frustrazione dei residenti cresce, di fronte ad una situazione che li costringe a vivere in un ambiente malsano.
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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