Il piano Transizione 5.0, inizialmente accolto con entusiasmo, ha incontrato diverse difficoltà. Ma le recenti modifiche in arrivo potrebbero cambiare le carte in tavola, offrendo nuove opportunità alle aziende italiane.
La complessità del piano Transizione 5.0 ha rappresentato un ostacolo significativo. La dimostrazione del risparmio energetico generato da un bene strumentale 4.0 si è rivelata particolarmente ardua per molte imprese. Inoltre, la struttura delle aliquote, con un 35% per i primi 2,5 milioni di euro e il 15% per la quota successiva, ha reso il piano Transizione 4.
0, con aliquote più convenienti (20% e 10%), più appetibile. Anche l'incentivo sulle rinnovabili, con maggiorazioni limitate a pannelli non ancora disponibili sul mercato, ha contribuito a frenare l'adesione. Infine, la normativa DNSH e le limitazioni sulla cumulabilità con altri incentivi hanno ulteriormente complicato le cose. Insomma, un quadro poco chiaro e poco incentivante.
Il Governo sta lavorando a diversi correttivi per migliorare il piano. Un emendamento del senatore Matteo Gelmetti, già concordato con il Governo, prevede l’accorpamento delle prime due fasce di investimento, eliminando il limite dei 2,5 milioni e portando la soglia a 10 milioni. Le aliquote saranno aumentate a un 50% per la fascia 0-10 milioni, arrivando al 60% per i livelli di efficientamento più alti.
È importante, dunque, rivalutare il piano alla luce di queste novità.
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