La crisi economica in Europa sta peggiorando, colpendo duramente sia l'industria che i servizi, spingendo l'euro ai minimi storici rispetto al dollaro. L'allarme arriva dall'indice PMI, che indica un'attività economica in contrazione.
Il dato PMI del settore manifatturiero dell'area euro per novembre è risultato di 45,2 punti, inferiore alle attese di 46 punti. Un dato inferiore a 50 segnala una contrazione dell'attività economica, confermando un trend negativo che sta preoccupando gli analisti. Questo scenario di incertezza pesa sulle previsioni di crescita per il prossimo anno, con possibili ripercussioni sui mercati finanziari internazionali.
Si prevede una situazione complessa, soprattutto per le piccole e medie imprese italiane che già in passato avevano mostrato difficoltà a causa dell'aumento dei costi energetici e delle materie prime.
Anche il settore dei servizi, motore importante dell'economia europea, mostra segnali di debolezza. L'indice PMI di novembre è arrivato a 49,2 punti, di molto inferiore alle stime di 51,6 punti. La contrazione, anche se meno marcata rispetto all'industria, è un campanello d'allarme significativo. Questa situazione, sommata alla debolezza del settore industriale, proietta un quadro economico poco roseo per i prossimi mesi e conferma la propagazione della crisi in tutto il comparto produttivo.
La revisione al ribasso della crescita del PIL tedesco nel terzo trimestre (da 0,2% a 0,1%) ha ulteriormente indebolito l'euro.
In poche parole, un bel problema.