Futuro incerto del welfare: perché pensione e sanità spingono gli italiani verso il privato


Un senso di incertezza pervade il futuro previdenziale di molti in Italia. Oltre sei italiani su dieci, il 63% per essere precisi, guardano alla pensione statale con il timore che risulterà insufficiente. Questa preoccupazione spinge molti a considerare la necessità di altre entrate. Una parte, il 17%, crede addirittura che non potrà mai abbandonare del tutto l'attività lavorativa. I più giovani, gli under 35, mostrano una sfiducia ancora maggiore; il 15% di loro immagina addirittura che il momento della pensione non arriverà mai.

Non è solo la pensione a preoccupare. La sanità pubblica, pur essendo vista come il servizio più desiderato dagli italiani, è anche quella percepita come meno garantita.

Secondo i dati raccolti, una forte sfiducia permea la visione dei servizi statali.



Quasi la metà degli italiani, il 44%, li valuta negativamente. Le attese sono chiare: un sistema sanitario accessibile ed efficiente (69%), pensioni adeguate per vivere dignitosamente (47%), e servizi di welfare di prossimità (36%). Ciononostante, la realtà percepita è ben diversa. Il 67% giudica inadeguato il sistema sanitario pubblico attuale. Solo l'8% dei lavoratori pensa che l'importo della pensione statale sarà sufficiente a mantenere il tenore di vita attuale. Questa indagine, l'Osservatorio ‘Change Lab, Italia 2030’ di Groupama Assicurazioni e BVA Doxa, evidenzia un netto divario tra attese e realtà.

Le principali ragioni di sfiducia nel sistema pensionistico statale sono molteplici. L'incapacità del sistema di garantire una copertura sufficiente è citata dal 55%. La crisi demografica, con l'invecchiamento della popolazione e la bassa natalità, preoccupa il 45%. Infine, l'erosione del potere d'acquisto dovuta all'inflazione e alle tensioni internazionali in atto è un fattore rilevante per il 34%. Un dato che colpisce: il 18% dei lavoratori considera l'idea di trasferirsi all'estero una volta in pensione, sperando in agevolazioni che garantiscano un tenore di vita migliore.


Quali sono i desideri per il "buen retiro"? Occuparsi della famiglia e dei propri cari (28%), viaggiare ed esplorare il mondo (23%), vivere in campagna (15%), e dedicarsi agli hobby (14%).

A fronte di questo quadro, il welfare privato emerge con prospettive positive. Circa quattro italiani su dieci beneficiano già di una copertura sanitaria (41%) o di pensioni integrative (38%) fornite dal datore di lavoro. Questa offerta aziendale genera grande soddisfazione nei dipendenti: il 46% si dichiara molto contento del proprio pacchetto welfare. è un fattore così importante che l'82% lo considera cruciale nella scelta di un nuovo impiego. Guardando avanti, solo il 9% degli italiani crede che lo Stato da solo potrà garantire tutti i servizi essenziali nei prossimi dieci anni. La maggioranza (55%) prevede che solo una parte sarà coperta, mentre altri (27%) pensano che servirà una stretta collaborazione con il settore privato. Per il 30%, saranno le aziende a colmare le lacune. Infine, un quarto (25%) ritiene che si dovrà fare affidamento principalmente sulle risorse individuali.


In questo contesto, le imprese sono sempre più chiamate a un ruolo sociale. Colmano lacune lasciate dal sistema pubblico, offrendo supporto concreto in aree vitali come la salute e la previdenza. "L'indagine realizzata conferma come, in un contesto socioeconomico come quello attuale, in cui si abbassa il valore delle pensioni, aumenta l'invecchiamento della popolazione e cala la copertura del sistema sanitario nazionale, le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo sociale, a ‘sostituirsi’ allo Stato, colmando alcune lacune del sistema di welfare pubblico e offrendo ai propri dipendenti un supporto concreto in ambiti cruciali come la salute e la previdenza," afferma Pierre Cordier, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Groupama Assicurazioni. Egli continua spiegando come il welfare aziendale sia una risposta ai bisogni dei lavoratori e una leva strategica per le aziende per attrarre e fidelizzare i talenti. "Il ‘welfare del futuro’ delineato da questa ricerca invita, in un’ottica di lungo periodo, alla fiducia e all’ottimismo," dichiara Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico.


Egli vede Stato, imprese e cittadini non come corridori isolati, ma come compagni di squadra che si passano il testimone lungo un percorso comune, dove ognuno ha un ruolo per costruire nuove soluzioni.

Quali sono i benefit più desiderati dai lavoratori? L'indagine ha chiesto ai dipendenti delle Piccole e Medie Imprese (PMI). La risposta è chiara: cercano protezione e sicurezza. La classifica dei benefit più ambiti, secondo gli intervistati, è la seguente:

- Assicurazione sanitaria integrativa, estesa anche alla famiglia (57%);

- Piano pensionistico complementare (56%);

- Servizi di supporto familiare (33%);

- Convenzioni per il benessere psicofisico (25%).

Per oltre tre su dieci (31%), il futuro del welfare aziendale sarà personalizzabile, un pacchetto "à la carte" dove i dipendenti scelgono i benefit più adatti alle loro esigenze.

Il settore assicurativo gioca un ruolo cruciale in questa evoluzione. Avere una polizza integrativa per salute o previdenza inclusa tra i benefit offerti dall'azienda è molto apprezzata, quasi la metà degli intervistati (48%) la considera tale, e un ulteriore 41% la trova utile per una maggiore serenità.


Il 21% degli intervistati ha attivato queste coperture tramite l'azienda, il 10% ne ha una privata, e un altro 10% le ha entrambe. Per quanto riguarda la previdenza complementare, il 18% ha una forma di integrazione privata, il 10% tramite l'azienda, e un altro 10% le possiede entrambe. Questi numeri mettono a fuoco anche un'Italia a due velocità: il 46% dei lavoratori che hanno un pacchetto welfare ne è soddisfatto, ma un significativo 24% non possiede ancora forme di welfare. Questo scenario delinea una transizione in atto, dove la protezione individuale e familiare dipende sempre più da ciò che l'azienda offre, creando nuove dinamiche nel rapporto tra lavoro, sicurezza economica e benessere sociale nel Paese.

“I dati del nostro Osservatorio mostrano con chiarezza quanto sia determinante l’impegno delle aziende italiane per il supporto ai bisogni delle persone. Oggi l’Istat ci dice che in Italia le PMI sono circa 4,9 milioni e costituiscono oltre il 96% delle imprese italiane. È soprattutto a questo bacino che ci rivolgiamo: circa 21 milioni di lavoratori impiegati in micro, piccole e medie imprese che, ad oggi, non beneficiano ancora di misure di welfare adeguate.


Crediamo fermamente che sia qui che si gioca una partita cruciale per il futuro del benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Per questo l’approccio di Groupama Assicurazioni è di lavorare insieme al cliente azienda per identificare le soluzioni assicurative e di welfare più idonee per i propri dipendenti. Lo facciamo, tra l’altro, attraverso il prodotto Groupama Benessere Impresa per la gestione dei piani sanitari e con la soluzione Programma Open per la previdenza complementare. Si tratta di una situazione win-win: il nostro Osservatorio sulle PMI rivela che le aziende con un welfare competitivo non solo fidelizzano e tutelano dipendenti e famiglie, ma attraggono anche nuovi talenti. Non a caso, l'82% dei lavoratori indica un welfare più vantaggioso come fattore decisivo per un cambio di lavoro, talvolta anche rispetto a un guadagno maggiore”,
afferma Cordier.

“I dati del nostro Osservatorio mostrano con chiarezza quanto sia determinante l’impegno delle aziende italiane per il supporto ai bisogni delle persone.


Oggi l’Istat ci dice che in Italia le PMI sono circa 4,9 milioni e costituiscono oltre il 96% delle imprese italiane. È soprattutto a questo bacino che ci rivolgiamo: circa 21 milioni di lavoratori impiegati in micro, piccole e medie imprese che, ad oggi, non beneficiano ancora di misure di welfare adeguate. Crediamo fermamente che sia qui che si gioca una partita cruciale per il futuro del benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Per questo l’approccio di Groupama Assicurazioni è di lavorare insieme al cliente azienda per identificare le soluzioni assicurative e di welfare più idonee per i propri dipendenti. Lo facciamo, tra l’altro, attraverso il prodotto Groupama Benessere Impresa per la gestione dei piani sanitari e con la soluzione Programma Open per la previdenza complementare. Si tratta di una situazione win-win: il nostro Osservatorio sulle PMI rivela che le aziende con un welfare competitivo non solo fidelizzano e tutelano dipendenti e famiglie, ma attraggono anche nuovi talenti. Non a caso, l'82% dei lavoratori indica un welfare più vantaggioso come fattore decisivo per un cambio di lavoro, talvolta anche rispetto a un guadagno maggiore”,
conclude Cordier.




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