In Italia, l'AI sta trasformando il mondo del lavoro, offrendo nuove opportunità, soprattutto per i lavoratori con disabilità. Uno studio Randstad del 2024 rivela dati sorprendenti sull'utilizzo e la percezione dell'AI in questo ambito.
Il 51% dei lavoratori italiani con disabilità considera l'AI uno strumento utile per le proprie attività, usandola almeno settimanalmente nel 63% dei casi.
Questa percentuale supera di gran lunga quella dei lavoratori senza disabilità (37%). Inoltre, oltre la metà dei lavoratori disabili vede nell'AI un modo per rendere il lavoro più stimolante e più facile da imparare rispetto ad altre tecnologie. L'AI sembra anche promuovere l'inclusione: il 57% dei lavoratori disabili la considera un valido supporto, affiancando la supervisione umana per ridurre le disuguaglianze, un dato che sale al 52% per chi la vede come strumento per rafforzare l'equità aziendale. I principali impieghi dell'AI per questo gruppo riguardano la risoluzione di problemi lavorativi (62%), la stesura di curriculum e lettere di presentazione (59%), e attività di back office (56%). L'importanza dell'AI è tale che il 42% dei lavoratori disabili lascerebbe il proprio lavoro senza possibilità di sviluppare competenze in questo campo.
I principali impieghi dell'AI variano a seconda del tipo di lavoratore: per la maggior parte degli intervistati, l'AI viene usata per attività non di back office (42%), back office (41%), e per risolvere problemi lavorativi (39%). La stesura di curriculum e lettere di presentazione è un altro impiego comune (34%). Per i lavoratori disabili e per i più giovani, la risoluzione di problemi lavorativi è l'utilizzo principale dell'AI, seguita dalla scrittura del curriculum e dalle attività di back office.