Il recente decreto legge 131/2024, convertito in legge n. 166 del 14 novembre 2024, modifica la normativa sui contratti a termine, rispondendo a una procedura di infrazione europea. Il provvedimento introduce importanti novità per il settore pubblico e privato, rafforzando la protezione dei lavoratori da eventuali abusi.
Nel settore privato, il decreto abroga il limite massimo di 12 mensilità per il risarcimento in caso di abuso di contratti a termine.
Ora, i lavoratori possono richiedere risarcimenti superiori, ma devono dimostrare di aver subito un danno maggiore rispetto a quanto previsto dalla legge precedente. Questo implica che l'onere della prova del "maggior danno" ora ricade sul lavoratore. La modifica riguarda l'articolo 28 del D.Lgs. n. 81 del 2015, parte integrante del Jobs Act.
Per la pubblica amministrazione, il decreto innalza il limite massimo del risarcimento per abuso di contratti a termine a 24 mensilità. La modifica interviene sull'articolo 36 del T.U.P.I., rivedendo le sanzioni previste dopo le riforme Brunetta e Madia. Il giudice, in caso di danno dovuto ad abuso di contratti a termine, dovrà stabilire un'indennità compresa tra quattro e ventiquattro mensilità, tenendo conto della gravità della violazione e della durata del rapporto.
È un passo importante per garantire maggiori tutele ai lavoratori, anche se le modalità di risarcimento restano complesse, e richiedono una dimostrazione puntuale del danno subito dai lavoratori.