Il debito pubblico italiano è rimasto sostanzialmente stabile a settembre, secondo i dati rilasciati dalla Banca d'Italia. Il debito è salito di soli 700 milioni di euro rispetto ad agosto, raggiungendo la cifra di 2962,3 miliardi di euro.
L'aumento del debito è stato dovuto principalmente al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche, che ha raggiunto i 25,5 miliardi di euro. Questo aumento è stato parzialmente compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro, che sono diminuite di 24,9 miliardi di euro, scendendo a 40,3 miliardi. Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 0,4 miliardi di euro, mentre quello delle amministrazioni locali è aumentato di 0,3 miliardi.
Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece stabile.
A settembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 38,5 miliardi di euro, in aumento dell'8,6 per cento (3,0 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Nei primi nove mesi dell'anno le entrate hanno toccato quota 410,1 miliardi, +5,7% (22,3 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
Ad agosto (ultimo dato disponibile) la percentuale di debito pubblico italiano detenuta dai non residenti è aumentata al 29,8% (dal 29,5 dello scorso luglio), mentre quella detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%. La quota del debito detenuta dalla stessa Banca d'Italia è diminuita al 22,3% (dal 22,7 del mese precedente).