Al contrario, se il rallentamento si fosse confermato, il taglio avrebbe rappresentato un tempestivo adeguamento della politica monetaria alle mutevoli condizioni economiche.
Divisioni interne sulla tempistica
L'inflazione è stata un altro fattore chiave nella decisione. I funzionari hanno considerato sia i rischi al rialzo che al ribasso per l'inflazione, ma hanno ritenuto i primi meno pronunciati dei secondi. Questo ha portato alla conclusione che l'inflazione avrebbe probabilmente raggiunto l'obiettivo del 2% prima del previsto, e potrebbe essere inferiore nel 2025 rispetto alle previsioni precedenti. Questo punto di vista ha diviso i membri della Bce, con alcuni che hanno espresso scetticismo sulla persistenza della tendenza disinflazionistica.
Nuovi dati e prospettive per dicembre
Gli ultimi dati sul PIL, pubblicati oggi, hanno confermato una modesta crescita nel terzo trimestre (+0,4%), riducendo le preoccupazioni per l'economia della regione.
L'inflazione ha segnalato una parziale risalita a ottobre, offrendo un quadro leggermente più positivo. Tuttavia, i rischi per la crescita dell'eurozona restano orientati al ribasso, soprattutto in considerazione delle recenti elezioni negli Stati Uniti e della crisi politica in Germania. Questo dovrebbe portare la Bce a ridurre ulteriormente i costi di finanziamento a dicembre.
L'incertezza di Trump
La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi ha introdotto una nuova variabile nel contesto macroeconomico. La minaccia di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, anche sull'eurozona, ha portato alcuni analisti a rivedere le loro previsioni sul tasso di deposito della Bce. Gli economisti della banca olandese ABN Amro hanno abbassato la stima sul tasso di deposito, prevedendo che raggiungerà l'1% all'inizio del 2026, contro l'1,5% precedentemente atteso.
Deutsche Bank ha abbassato la sua previsione del tasso terminale all'1,5% dal 2,25%.
Preoccupazioni della Bce per le politiche di Trump
La politica commerciale degli Stati Uniti preoccupa anche alcuni funzionari della Bce. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha lanciato un monito su un possibile deragliamento dell'economia tedesca. Altri membri del Consiglio direttivo, come il finlandese Olli Rehn e l'austriaco Robert Holzmann, hanno espresso preoccupazioni sull'impatto delle politiche protezionistiche di Trump sull'inflazione e sulla crescita dell'eurozona.
Il futuro dei tassi
La Bce non si è impegnata su un particolare percorso dei tassi in futuro, lasciando aperta la possibilità di rispondere alle mutevoli condizioni economiche. La prossima riunione del Consiglio direttivo si terrà il 12 dicembre e la decisione sull'entità del taglio dei tassi dipenderà dai dati in uscita da qui a quella data.
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