Il dollaro americano ha raggiunto il picco del 49% dei movimenti globali, un livello record degli ultimi 12 anni. Questo dato riflette la crescente domanda per la valuta americana, che sembra aver assunto un ruolo dominante a livello mondiale. La sua forza si basa su diversi fattori: la stabilità dell’economia americana, la forza del sistema finanziario americano e il ruolo centrale del dollaro nelle riserve valutarie globali. Questa situazione ha importanti implicazioni per l’economia globale, ma soprattutto per le altre valute, come l’euro.
L'euro, invece, sta attraversando un periodo di difficoltà.
La sua quota nei pagamenti globali è scesa al 21%, un dato in calo rispetto al 39% di qualche anno fa. Questo declino è dovuto a una serie di fattori, tra cui l’instabilità politica in Europa, la debolezza dell’economia eurozona e la mancanza di una strategia unitaria per affrontare le sfide globali. In particolare, la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha ulteriormente indebolito l'euro, mettendo in discussione il suo ruolo di valuta internazionale.
I BRICS, il gruppo composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, hanno cercato di sfidare la supremazia del dollaro con la creazione di un nuovo sistema finanziario multilaterale. Tuttavia, lo yuan cinese, nonostante la sua crescente influenza, non è ancora riuscito a scalzare il dollaro. Il suo uso nei pagamenti globali è ancora limitato, e il suo valore dipende ancora in gran parte dalla politica monetaria cinese.