Decreto Anti Infrazioni Ue: un passo indietro per i contratti a termine nel lavoro privato?

Decreto Anti Infrazioni Ue: un passo indietro per i contratti a termine nel lavoro privato?


Il nuovo decreto anti infrazioni dell'Unione Europea, appena convertito in legge, porta con sé importanti novità per il mondo del lavoro, in particolare per i contratti a termine. Nel settore privato, la norma introduce un cambiamento significativo: il reintegro dei risarcimenti potenzialmente illimitati per i contratti a termine dichiarati illegittimi e trasformati dal giudice a tempo indeterminato.

Contratti a termine: risarcimenti potenzialmente illimitati

Con la modifica dell'articolo 28, commi due e tre, del decreto legislativo 81 del 2015, i lavoratori potranno ottenere un risarcimento economico superiore alle 12 mensilità di retribuzione.


Questo cambiamento, introdotto per rispondere a un'infrazione Ue, ha suscitato perplessità tra gli esperti di diritto del lavoro, preoccupati per le possibili conseguenze negative sull'utilizzo dei contratti a termine. La legge del 2015 aveva previsto un tetto massimo di 12 mensilità di retribuzione per il risarcimento, con l'obiettivo di evitare comportamenti opportunistici e contenziosi dilatati. L'Europa, però, riteneva questa normativa non abbastanza "dissuasoria" e non sufficientemente tutelante per i lavoratori. Il nuovo decreto, invece di limitarsi a eliminare il tetto massimo, ha eliminato anche il principio di mitigazione della sanzione previsto dal comma 3 dell'articolo 28, aprendo la strada a risarcimenti potenzialmente illimitati.

Un'incertezza per le aziende

Questa modifica potrebbe portare a un aumento delle controversie, con le aziende costrette a fronteggiare richieste di risarcimento elevate e imprevedibili.


La situazione potrebbe tornare simile a quella pre-2015, quando la mancanza di un limite chiaro comportava contenziosi lunghi e costosi. La legge del 2015 aveva cercato di stabilire un equilibrio tra la tutela del lavoratore e la flessibilità aziendale, introducendo un sistema chiaro e prevedibile. La nuova norma, invece, introduce una nuova incertezza e un rischio di contenzioso maggiore, con possibili conseguenze negative per l'economia italiana.


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