I 10 giorni di negoziazione da quando l'allora presidente degli USA, Donald Trump, colpì le case automobilistiche con i dazi sono stati i più convulsi dalla paura della pandemia del 2020, poiché i prezzi delle azioni, delle obbligazioni, del petrolio, dell'oro e persino del dollaro statunitense hanno oscillato selvaggiamente.
Le vendite di Treasury statunitensi - il fulcro degli asset rifugio nei mercati globali - sono state le più pesanti degli ultimi decenni, come a sottolineare come le fondamenta del commercio e della finanza siano state scosse.
Il tracollo è iniziato sulla scia di quello che Trump ha definito "Liberation Day".
Il 2 aprile il presidente ha eretto il più alto muro di dazi attorno all'economia statunitense degli ultimi cento anni con una tassa generalizzata del 10% sulle importazioni e aliquote ancora più elevate sui singoli partner commerciali.
Nella settimana successiva, la situazione si è trasformata in un conflitto economico aperto con la Cina, che praticamente da venerdì è quasi completamente sotto un embargo commerciale statunitense con l'aumento dei dazi al 145%.
Andiamo a vedere i dati: più di 5.000 miliardi di dollari di valore di mercato sono svaniti dall'indice azionario mondiale MSCI da aprile.
5000 miliardi di dollari!
In pratica, gli investitori non erano minimamente preparati all'aggressività dei dazi di Trump.
E nemmeno alla sua imprevedibilità e alle sue inversioni di marcia. Al di là del fatto che questo potrebbe danneggiare irrimediabilmente certi rapporti e certi flussi finanziari, le risposte sono tutte molto interlocutorie, dimostrando che davvero nessuno ha creduto che Trump potesse mantenere la parola di forzare l'economia mondiale.
Ma come, si parla di risk management, le banche devono subire shock test, e nessuno prende in considerazione dichiarazioni aperte e decise da mesi?
L'attacco alla Cina e alla catena produttiva è evidente. Aziende come Apple, che hanno fatto del proprio motto "Designed by Apple in California" but "Assembled in China" un vanto, si trovano spiazzate, ma non solo negli USA, in tutto il mondo.
La Cina ovviamente ha reagito e ha imposto un dazio del 34% sulle importazioni dagli USA.
Il petrolio è crollato al minimo degli ultimi quattro anni e il principale indice azionario mondiale ha superato la soglia di quella che gli esperti di mercato chiamano una "correzione": un calo del 10% o più rispetto a un picco.
Persino l'oro, visto come un rifugio nei momenti di crisi, ha iniziato a crollare, un segnale inquietante poiché gli investitori che dovevano affrontare richieste di margine sono stati costretti a vendere i loro asset più sicuri per compensare le perdite.
Abbiamo un tema: il commercio tra le due maggiori economie del mondo si fermerà!
Molti dazi sono stati congelati, come l'acquisto di TikTok negli USA, ma la strada è tracciata.
Il CBOE Volatility Index, soprannominato "l'indicatore della paura" di Wall Street, ha superato quota 60, un livello solitamente visto durante i crolli come nel 2020 o nella crisi finanziaria del 2008. L'S&P 500 ha chiuso un giorno con un calo del 17% rispetto al massimo storico raggiunto appena sette settimane prima.
Ma dove è stata colpita l'economia e, in particolare, quella statunitense? Nelle obbligazioni, probabilmente detenute al di fuori del territorio americano.
Una mossa particolare, un'ondata massiccia di vendite che ha colpito i Treasury in Asia mercoledì.
Stiamo parlando di rendimenti che di solito fanno piccoli movimenti poiché il mercato è liquido e profondo, ma sono aumentati vertiginosamente.
Se andiamo a vedere, il rendimento dei Treasury a 10 anni è balzato di quasi 20 punti base in due ore in quello che i trader hanno interpretato come un segnale di vendite forzate da qualche parte nel mercato, o, ancora più preoccupante, che le obbligazioni statunitensi stavano vacillando come un rifugio sicuro. Qui la mossa di Trump: dazi sospesi, ma non per la Cina.
Le azioni sono aumentate vertiginosamente, registrando alcuni dei maggiori guadagni percentuali dal 2008, ma con così tanta incertezza hanno iniziato a vacillare di nuovo.
Le certezze, le idee, i timoni a dritta ormai non esistono più.
I cieli sopra i mari in tempesta sono pieni di fulmini e saette e Wall Street, come tutte le Borse, ha perso il timone.
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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