La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane ha dominato le attenzioni dei mercati finanziari, influenzando l'andamento di azioni, obbligazioni, valute e materie prime. L'attesa per le politiche pro-crescita e protezionistiche del Presidente ha alimentato incertezze e reazioni differenziate.
A Wall Street, gli indici azionari hanno raggiunto nuovi record storici, alimentati dalle aspettative di deregolamentazione finanziaria e di crescita economica sotto la seconda presidenza di Trump.
Le banche statunitensi, in particolare, si preparano a un periodo di maggiore libertà e profitti. In Europa, invece, le Borse hanno chiuso la settimana in calo. Le banche europee, con un divario di utili rispetto ai competitor americani, si trovano ad affrontare una sfida più ardua per colmare il gap. Anche la Cina ha registrato performance negative, alimentate dalla preoccupazione per i possibili dazi che la nuova amministrazione Usa potrebbe imporre e dalla delusione per le misure di stimolo del governo locale.
La vittoria di Trump ha determinato un rialzo dei tassi d'interesse americani a lungo termine, raggiungendo circa il 4,45% nella giornata di mercoledì. Gli investitori prevedono che le politiche del Presidente, con un focus su crescita economica e protezionismo, potrebbero portare a un'inflazione più alta nel medio termine.
Tra i principali appuntamenti, ci sono i dati sul mercato del lavoro inglese, la produzione industriale della zona Euro, i dati sull'inflazione americana, il PIL europeo e le vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Diverse situazioni politiche, come le conseguenze post-elettorali americane e la delicata situazione in Germania, richiedono un'attenta osservazione.