Unicredit - Banco BPM: a che punto siamo? Quali i rischi?


Negli ultimi due giorni, la vicenda legata alla potenziale operazione tra Unicredit e Banco BPM ha visto sviluppi significativi, concentrati principalmente sul fronte delle autorizzazioni normative. Ieri, venerdì 19 aprile, è arrivato l'ok dal governo italiano, sebbene con prescrizioni ancora non del tutto chiare per quanto riguarda l'applicazione del "golden power" all'offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco BPM. Questa decisione del Consiglio dei Ministri era stata anticipata nella serata di giovedì 18 aprile, quando diverse agenzie di stampa avevano riportato il via libera condizionato all'Ops.

Il via libera del governo fa seguito alle autorizzazioni già ricevute da Unicredit dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalla Banca d'Italia per acquisire il controllo di Banco BPM al buon esito dell'offerta.



Queste autorizzazioni delle autorità di vigilanza, ottenute a fine marzo, erano state considerate l'ultimo passaggio necessario prima che la Consob potesse approvare il documento d'offerta, la cui approvazione era attesa per la settimana successiva.

Unicredit aveva comunicato di aver ricevuto il nulla osta sia per l'acquisizione del controllo diretto di Banco BPM che per quello indiretto e la partecipazione qualificata in società collegate come quelle del gruppo Anima. Inoltre, l'autorizzazione della BCE e di Banca d'Italia riguardava anche l'acquisizione di partecipazioni che superassero complessivamente il 10% dei fondi propri consolidati del gruppo Unicredit.

La tempistica dell'offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco BPM era prevista per il 28 aprile, ma l'istituto di credito ha anche segnalato che continuerà a valutare gli sviluppi recenti, inclusa la prosecuzione dell'offerta di Banco BPM su Anima senza il beneficio del "Danish Compromise".


Tutte le condizioni sospensive dell'offerta rimangono invariate.

In questo contesto, è interessante notare come il mercato continui a scommettere sulla potenziale fusione tra Unicredit e Banco BPM, con analisi che evidenziano la forte logica industriale di tale integrazione e la possibilità di creare un "campione nazionale".

Proiezioni passate indicavano che dall'unione dei due istituti, insieme ad Anima, potrebbe nascere un colosso con un utile netto stimato intorno ai 12 miliardi di euro.

Alcuni analisti hanno anche suggerito che un'integrazione sarebbe conveniente per Unicredit anche nel caso in cui l'offerta non portasse a una fusione completa, stimando sinergie significative sia di costo che di ricavo.

Le azioni di Banco BPM hanno mostrato variazioni recenti, con una performance positiva su periodi più lunghi. Unicredit ha intanto rafforzato la propria posizione in altre aree, come l'acquisizione di Aion Bank e Vodeno.


La situazione rimane in evoluzione, con gli occhi puntati sull'approvazione definitiva del documento d'offerta da parte di Consob e sui dettagli delle prescrizioni governative.


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