
Unica eccezione positiva è rappresentata dal comparto dell'energia, che registra un incremento mensile del 4,0%. Performance negative, invece, per i beni strumentali (-3,3%), i beni intermedi (-2,0%) e i beni di consumo (-1,9%). Corriamo più nel dettaglio dei numeri, per capire cosa sta succedendo. Al netto degli effetti di calendario, a febbraio 2025 l'indice generale diminuisce in termini tendenziali del 2,7%. Un calo determinato anche da un giorno lavorativo in meno rispetto a febbraio 2024 (20 giorni contro 21).
Anche in questo caso, si registra una crescita unicamente per l'energia (+7,6%), mentre diminuzioni caratterizzano i beni strumentali (-9,8%), i beni intermedi (-4,6%) e i beni di consumo (-2,0%). A livello settoriale, si notano andamenti divergenti. I soli settori di attività economica che presentano incrementi tendenziali sono:
- la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+19,4%);
- l’industria del legno, della carta e stampa (+3,4%);
- le industrie alimentari, bevande e tabacco (+1,6%).
Nei rimanenti comparti, le flessioni più ampie si rilevano nella:
- fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,1%);
- nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,9%);
- fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,0%).
L'analisi dei dati evidenzia una contrazione della produzione industriale a febbraio rispetto a gennaio. Questa diminuzione è generalizzata tra i principali settori, con l'unica eccezione dell'energia. Anche l'andamento congiunturale complessivo degli ultimi tre mesi risulta negativo. In termini tendenziali, l'indice complessivo continua la sua fase di declino, riflettendo una dinamica negativa per tutti i principali settori industriali, ad eccezione, ancora una volta, del settore energetico. Le difficoltà del comparto manifatturiero italiano, quindi, persistono, con un calo generalizzato della produzione che desta preoccupazione.
Sarà fondamentale monitorare attentamente l'evoluzione della situazione nei prossimi mesi per valutare l'efficacia delle misure di sostegno al settore e individuare strategie per rilanciare la crescita.
Le cause di questa flessione sono molteplici e complesse. Tra queste, possiamo citare:
- il rallentamento della domanda globale;
- l'aumento dei costi delle materie prime;
- le difficoltà di approvvigionamento;
- l'incertezza geopolitica.
Questi fattori, combinati tra loro, hanno pesato negativamente sulla produzione industriale italiana, determinando il calo registrato a febbraio 2025.

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