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La produzione industriale in Italia a marzo 2025 (ISTAT): un quadro con segnali mistiLa produzione industriale in Italia a marzo 2025 (ISTAT): un quadro con segnali misti


L'economia italiana nel suo cuore manifatturiero sta attraversando una fase complessa, rivelando segnali contrastanti che meritano attenzione. Un dato incoraggiante emerge dal primo trimestre 2025: la produzione industriale ha registrato un aumento moderato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

Questo segnale di stabilità, sebbene ancora fragile, rappresenta una novità positiva dopo un lungo periodo di contrazione che aveva caratterizzato i trimestri precedenti, offrendo un potenziale punto di svolta per il settore manifatturiero.



Entrando nel dettaglio del singolo mese, a marzo 2025 l'indice destagionalizzato della produzione industriale in Italia ha mostrato un incremento contenuto dello 0,1% rispetto a febbraio. Questo lieve rialzo nasconde dinamiche differenti tra i vari comparti.

Si osservano aumenti congiunturali significativi nei beni strumentali (+2,2%) e nei beni intermedi (+1,1%). Questi settori, vitali per gli investimenti futuri e le catene produttive, sembrano mostrare una certa resilienza.

Nondimeno, altri ambiti chiave hanno registrato variazioni negative: i beni di consumo sono diminuiti dell'1,3%, mentre il comparto dell'energia ha segnato una flessione dell'1,9%. Questa dicotomia evidenzia una domanda finale ancora debole e una contrazione nel settore energetico. Analizzando i dati su base annuale, al netto degli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati gli stessi di marzo 2024), il quadro cambia prospettiva.


A marzo 2025 l'indice generale della produzione industriale segna una diminuzione tendenziale dell'1,8%. Questa contrazione su base annua si conferma e interessa quasi tutti i principali raggruppamenti di industrie.

Una sola eccezione positiva si riscontra nell'energia, che mostra un robusto aumento del +4,5%. Ma i beni intermedi scendono dell'1,7%, i beni strumentali del 2,7%, e i beni di consumo registrano il calo più ampio, pari al 2,9%. Scendendo ancora più nel dettaglio, alcuni settori specifici si distinguono per dinamiche particolarmente accentuate in confronto a marzo 2024. I maggiori incrementi tendenziali si osservano nella:
- Fornitura di energia elettrica gas vapore ed aria: +12,2%;
- Fabbricazione di apparecchiature elettriche: +5,1%;
- Altre industrie manifatturiere: +2,0%.


Sul fronte opposto, le flessioni più marcate colpiscono la:
- Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati:

-17,2%;
- Industrie tessili abbigliamento pelli e accessori:

-12,0%;
- Fabbricazione di mezzi di trasporto:

-8,3%.

Questo spaccato settoriale mette in luce le profonde differenze che caratterizzano il tessuto industriale nazionale in questo momento. Mentre alcuni comparti legati all'energia o a specifiche manifatture mostrano slancio, altri, come la raffinazione, il tessile e i trasporti, affrontano significative difficoltà, riflettendo sfide strutturali e congiunturali diverse. La ripresa, dunque, appare disomogenea e concentrata solo in determinate aree dell'economia italiana.


La produzione industriale in Italia a marzo 2025 (ISTAT): un quadro con segnali misti
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