Attesa per il DEF: possibili revisioni al ribasso sulla crescitaAttesa per il DEF: possibili revisioni al ribasso sulla crescita


L'incertezza economica globale, alimentata dai conflitti in corso, potrebbe spingere il governo italiano a rivedere le stime di crescita per il triennio 2025-2027 nel nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF), atteso nel pomeriggio in Consiglio dei ministri. Le proiezioni, ufficiosamente trapelate, indicano una crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2025 compresa tra il +0,6% e il +0,8%. Per il 2026 si prevede un ritorno a una crescita intorno all'1%.

Queste cifre rappresentano una contrazione rispetto alle stime del Documento programmatico di bilancio (DPB) dello scorso autunno, che ipotizzava una crescita dello 0,9% per quest'anno e dell'1,1% per il prossimo.



La previsione di crescita dello 0,6% per il 2025 si allinea con le stime formulate da Banca d'Italia, mentre lo 0,8% corrisponde alla stima elaborata a febbraio dall'Ufficio parlamentare di bilancio.

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e Fondo monetario internazionale (FMI) hanno stimato per l'Italia una crescita dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026. Il tema dei dazi non dovrebbe avere un impatto diretto sul DEF, dato che sarebbe prematuro elaborare proiezioni affidabili, vista l'incertezza sulle tariffe imposte dall'amministrazione statunitense di Donald Trump.

Allo stesso modo, non dovrebbe essere inclusa la programmazione sulla spesa militare, ancora in fase di elaborazione da parte della Ragioneria. Il nuovo documento, in linea con le regole stabilite dalla riforma del Patto di stabilità, conterrà un resoconto sull'attuazione del piano di stabilità e bilancio (PSB) e le stime dello scenario macroeconomico a legislazione vigente.


Le opposizioni avevano richiesto previsioni sul quadro programmatico su un arco temporale di quattro anni.

Un aggiornamento del documento, con proiezioni fino al 2028, è previsto in autunno, prima della legge di bilancio. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha più volte sottolineato l'approccio prudente adottato per i conti pubblici, considerando il debito pubblico che grava sulle finanze statali. Uno degli impegni principali assunti con il PSB è riportare il rapporto deficit/PIL sotto il 3% entro il 2026.


Attesa per il DEF: possibili revisioni al ribasso sulla crescita
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