Dirigenti della pubblica utilità: nuovo contratto per l'industria del futuro

Dirigenti della pubblica utilità: nuovo contratto per l'industria del futuro


Un accordo strategico per il triennio 2025-2027 segna un punto di svolta per circa 2.000 dirigenti di oltre 550 aziende del settore della pubblica utilità. Questo rinnovo contrattuale, siglato da Federmanager e Confservizi, non è solo un adeguamento salariale; è una riaffermazione del ruolo cruciale dei manager nel guidare l'evoluzione di un settore chiave per l'Italia. Il nuovo contratto pone l'accento sull'industrializzazione, la formazione e il welfare, pilastri fondamentali per un futuro sostenibile.


Il patto sottoscritto riconosce la centralità delle figure dirigenziali per la crescita del paese. Si consolida un approccio gestionale orientato all'efficienza e alla produttività. La formazione continua viene identificata come uno strumento strategico per il raggiungimento di risultati aziendali sempre migliori. L'accordo introduce un aggiornamento nel trattamento economico di ingresso alla dirigenza. Inoltre, rafforza la parte variabile della retribuzione, il cosiddetto MBO (Management By Objectives), legando il compenso ai risultati aziendali. Questo incentiva i manager a focalizzarsi su obiettivi misurabili e raggiungibili, stimolando una maggiore produttività.

Un altro aspetto rilevante del contratto è il rafforzamento della previdenza complementare e l'introduzione del welfare aziendale. Viene data particolare attenzione ai temi della genitorialità, della disabilità e della parità di genere, con un forte impegno nel contrastare ogni forma di molestia e violenza sul posto di lavoro.


Questi elementi evidenziano una sensibilità crescente verso le esigenze dei lavoratori, mirando a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso.

"Si tratta di un contratto importante," ha dichiarato Francesco Macrì, presidente di Confservizi, "che accompagnerà la trasformazione delle imprese dei servizi pubblici. Questo settore sta riaffermando la propria vocazione industriale, condizione essenziale per migliorare i servizi offerti ai cittadini. Con questo accordo, riaffermiamo le caratteristiche strategiche e industriali di aziende centrali per la crescita del nostro Paese e per il valore del management che ne guida la trasformazione". Macrì ha poi sottolineato l'impegno congiunto per superare i vincoli che ostacolano il mercato del lavoro.

Valter Quercioli, presidente di Federmanager, ha aggiunto: "Questo contratto risponde alla crescente domanda di competenze manageriali in un settore industriale di fondamentale importanza, impegnato a fornire servizi essenziali per i cittadini.


Il contratto riconosce il ruolo della dirigenza quale motore di produttività, includendo nella categoria anche figure responsabili di singoli rami aziendali o con specializzazioni specifiche. Il nuovo accordo punta sulla formazione e su sistemi retributivi basati sulla performance, al fine di migliorare la qualità del servizio agli utenti. Sottolineiamo con piacere le previsioni a favore delle pari opportunità, con l'introduzione di concetti chiave quali l'equità retributiva e la genitorialità condivisa".

In sintesi, il rinnovo contrattuale per i dirigenti delle aziende di pubblica utilità rappresenta un investimento strategico nel futuro del settore. Con un forte focus sull'industrializzazione, la formazione e il welfare, si pone l'obiettivo di migliorare l'efficienza e la produttività, garantendo al contempo un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso.

La collaborazione tra Federmanager e Confservizi dimostra una visione comune per un settore in continua evoluzione, che riconosce il ruolo cruciale dei dirigenti nel guidare il cambiamento.

L'accordo tra Federmanager e Confservizi, per il triennio 2025-2027, stabilisce un quadro che promuove:

  • Un'impronta industriale più marcata.
  • Una spinta decisa sulla formazione continua.
  • Un consolidamento del welfare aziendale.

Questi tre pilastri sostengono la crescita e lo sviluppo delle aziende che gestiscono servizi essenziali per l'Italia. Il contratto non solo aggiorna le retribuzioni, ma riconosce il valore strategico del management, estendendo il perimetro delle figure dirigenziali e consolidando modelli di gestione mirati all'efficienza. Infine, emerge un forte impegno contro le molestie e la violenza sul lavoro, a dimostrazione della volontà di creare un ambiente più sicuro e inclusivo.

L'accordo segna un passo importante verso un futuro dove la gestione efficiente e la valorizzazione delle risorse umane vanno di pari passo.


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