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Cina: la Banca Centrale taglia tassi per stimolare l'economiaCina: la Banca Centrale taglia tassi per stimolare l'economia


La Cina ha messo in campo una serie di mosse significative per sostenere la sua economia, che risente delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. La Banca Centrale Cinese, nota anche come People's Bank of China, ha annunciato un pacchetto di misure volte a iniettare liquidità e abbassare i costi del credito nel sistema finanziario del paese. Tra le azioni chiave spiccano un taglio ai tassi di interesse e una riduzione del rapporto di riserva obbligatoria per le banche. Queste sono considerate le risposte politiche più decise finora da parte delle autorità cinesi per mitigare l'impatto della disputa commerciale.



In totale, dieci misure sono state presentate dalla People's Bank of China. L'obiettivo dichiarato è mantenere in movimento l'economia e stimolare la spesa di cittadini e imprese. Le nuove disposizioni includono anche l'eliminazione di alcune restrizioni per le società di finanziamento auto e la liberazione di fondi per le banche da destinare a prestiti prioritari, come quelli per l'innovazione scientifica e tecnologica.

Pan Gongsheng, il governatore della Banca Centrale Cinese, ha commentato queste decisioni durante un briefing con alti funzionari finanziari. Ha descritto la politica monetaria adottata come "moderatamente allentata". Ha giustificato questa scelta citando un'economia globale "piena di incertezze, con un'intensificata frammentazione economica e tensioni commerciali che perturbano l'industria globale e le catene di approvvigionamento".


L'annuncio, presentato come una serie di politiche per stabilizzare i mercati, è arrivato a breve distanza dalla notizia che alti funzionari dell'amministrazione Trump incontreranno le controparti cinesi a Ginevra questa settimana. Questo segnerà il primo incontro formale sul commercio tra i due paesi da quando il Presidente Trump ha aumentato i dazi sulle importazioni cinesi al 145% quasi un mese fa.

Questa mossa degli Stati Uniti ha provocato una reazione ritorsiva da parte di Pechino, che ha elevato i propri dazi sulle importazioni americane al 125%. La disputa tra le due nazioni ha messo in ginocchio il commercio globale, mettendo a rischio le prospettive economiche per le due maggiori economie del mondo e per molti altri paesi. Un segnale di questa pressione è arrivato la scorsa settimana, quando la Cina ha registrato un forte rallentamento mensile nell'attività manifatturiera.


Questo calo è stato trainato soprattutto da una brusca diminuzione dei nuovi ordini di beni destinati all'esportazione. Le misure annunciate mercoledì hanno avuto un impatto immediato sui mercati azionari cinesi. Il CSI 300, l'indice che raggruppa le principali società quotate a Shanghai e Shenzhen, ha guadagnato lo 0.3% dopo l'annuncio. L'Hang Seng Index di Hong Kong, a sua volta, è salito dello 0.75%. Secondo un'analisi di Capital Economics, società di ricerca economica, l'impatto di queste misure sarà "positivo ma modesto". Il rapporto evidenzia un potenziale problema: sebbene le banche avranno più denaro da prestare, potrebbero incontrare una domanda debole da parte dei mutuatari. Il gruppo bancario australiano ANZ ritiene che queste misure di supporto siano un chiaro segnale che il governo cinese è preoccupato di non raggiungere l'obiettivo di crescita economica del 5% previsto per il 2025.

L'ANZ ha inoltre suggerito che la tempistica dell'annuncio fornisce un "cuscinetto politico" strategico in vista dei colloqui commerciali con gli Stati Uniti.

Entrando nei dettagli, la Banca Centrale Cinese ha ridotto il cosiddetto rapporto di riserva obbligatoria – la quota di denaro che le banche commerciali del paese devono accantonare come riserve – di mezzo punto percentuale. Questo taglio, atteso secondo i media statali a entrare in vigore il 15 maggio, libererà risorse che le banche potranno utilizzare per concedere prestiti. Questa mossa segue un taglio di mezzo punto percentuale simile effettuato da Pechino a settembre, come parte di un pacchetto di misure volte a rilanciare la crescita economica. Il governatore Pan, che aveva anticipato a marzo questa decisione, ha specificato che la riduzione del rapporto di riserva dovrebbe fornire circa 139 miliardi di dollari in liquidità a lungo termine al mercato.

In aggiunta, la Banca Centrale Cinese ha tagliato il suo tasso di interesse di riferimento a sette giorni, portandolo dall'1.5% all'1.4%. Questo taglio diventerà efficace da giovedì. Le autorità hanno anche ridotto i tassi di un quarto di punto per un programma di acquisto case, che offre condizioni di mutuo più favorevoli rispetto ai prestiti commerciali standard. Queste azioni disegnano un quadro di una Cina che utilizza la politica monetaria per navigare in un contesto economico globale difficile, segnato dalla disputa con gli USA e da incertezze diffuse.


Cina: la Banca Centrale taglia tassi per stimolare l'economia
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