Ad ottobre si è concluso il calo dello slancio di crescita cui abbiamo assistito nei sei mesi precedenti. L’espansione dell’attività è stata infatti la più forte degli ultimi quattro mesi e a darle supporto è stato il nuovo rialzo dei nuovi ordini totali, che hanno mostrato una ripresa dopo due mesi di declino. Tuttavia, continuano ancora a manifestarsi segnali di debolezza nelle vendite internazionali. Visti i segnali di capacità in eccesso, ad ottobre, le aziende del terziario italiano hanno frenato le assunzioni.
Le pressioni inflazionistiche sono nel frattempo rimaste elevate, riportando quasi gli stessi tassi del mese precedente.
Il valore principale di questo rapporto, ovvero l'Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria in Italia, è salito ad ottobre a 52.4 da 50.5 di settembre. Il tasso di espansione ha registrato la maggiore accelerazione da giugno, indicando inoltre un tasso maggiore rispetto alla media di lungo termine. Le aziende monitorate hanno collegato l’aumento dell’attività al risultato combinato tra il maggiore flusso di ordini e l’acquisizione di nuovi clienti. All’inizio dell’ultimo trimestre di quest’anno si è registrato un nuovo rialzo del flusso di commesse ricevute dalle aziende dei servizi in Italia, concludendo quindi il deterioramento avutosi ad agosto e settembre. Come riportato dalle aziende campione, l’aumento dei nuovi ordini ha tratto beneficio da un miglioramento del mercato e dall’acquisizione di nuovi clienti.
Il quadro delle vendite estere resta tuttavia fermo in contrazione, con gli ultimi dati che segnano il terzo mese consecutivo di declino degli ordini destinati all’esportazione. Secondo quanto riferito, le condizioni delle esportazioni sono state difficili viste le attuali tensioni geopolitiche e un’economia estera in crisi. Nonostante l’afflusso dei nuovi ordini totali sia migliorato, le aziende del terziario in Italia hanno continuato a segnalare livelli di capacità operativa in eccesso. Con ottobre, salgono a tredici i mesi consecutivi in cui si registra un calo del lavoro inevaso, ad un tasso oltretutto lievemente maggiore di settembre. Le aziende del terziario italiano hanno mediamente preferito mantenere livelli occupazionali pressoché stabili, terminando così ad ottobre una sequenza continua di crescita occupazionale lunga quasi un anno.
In merito ai prezzi, la pressione dei costi sostenuta ad ottobre dalle aziende dei servizi italiane ha registrato un forte incremento. Il tasso di inflazione è inoltre rimasto simile a quello di settembre, estendendo la sequenza di crescita a quasi quattro anni e mezzo. Le maggiori spese operative riportate dal campione monitorato, sono state collegate all’aumento dei costi dei salari e Seguendo una tendenza simile, i prezzi di vendita del terziario italiano hanno mantenuto più o meno lo stesso tasso di crescita, registrando un marginale ritmo di inflazione come a settembre. Laddove si è registrato un aumento, le aziende lo hanno collegato alla maggiore pressione dei costi. Previsioni di rialzo di nuovi ordini e nuovi clienti hanno alimentato l’ottimismo delle aspettative di ottobre per l’anno a venire. Pur rimanendo saldamente in territorio positivo, il tasso di fiducia mensile è risultato invariato, mantenendo dunque valori deboli rispetto alla media storica.
Secondo Jonas Feldhusen, Junior Economist presso la Hamburg Commercial Bank AG, “L’economia italiana continua a dare segnali di stagnazione. La crescita su base trimestrale del PIL del terzo trimestre si è arenata su 0.0%, restando indietro rispetto ai tassi di crescita di Spagna, Francia e, forse inaspettatamente, Germania. Eppure, entrando nel quarto trimestre, l’Indice PMI Composito offre cauto ottimismo tornando a segnare valori superiori alla soglia di non cambiamento, spinto soprattutto dalla domanda ricevuta dal terziario. Tale andamento sottolinea una netta biforcazione all’interno dell’economia italiana, con il settore dei servizi che prende vigore mentre il manifatturiero resta sotto pressione. La recente espansione del terziario italiano è soprattutto alimentata dall’aumento della domanda nazionale.
Diversamente dai due mesi precedenti, i nuovi ordini totali sono saliti, immettendo nel settore nuovo vigore. Al contrario, i nuovi ordini esteri continuano a diminuire, con le aziende che lo collegano alle continue sfide poste dall’attuale clima geopolitico ed economico. Il livello del lavoro inevaso, in calo da poco più di un anno, ha spinto le aziende ad essere ancora più caute nelle assunzioni. A questo si aggiunge l’incremento dei costi salariali, che incidono sui margini di profitto. Sul fronte dei prezzi, poco è cambiato rispetto a settembre. I costi continuano a salire, a causa soprattutto degli aumenti salariali, come mostra l’evidenza aneddotica, mentre le aziende hanno deciso di trasferire parte delle spese sostenute ai clienti finali. Resta comunque da vedere se tale tendenza sarà in grado di sostenere tassi d’inflazione strutturalmente elevati”.
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
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